“Cessione, senza debiti e senza esposizioni, alla città di Bologna – ha detto il presidente bianconero – ma è da fare prima di Natale”.
Sabatini dopo nove anni “molla l'osso” a zero euro, ma caldeggia, anzi quasi impone, la nascita di una “Fondazione Virtus”, dove i nuovi soci mettano soldi (senza potere toglierli) che abbia un futuro garantito.
In questo momento di crisi globale le premesse per degli ingressi – anche se dei pour parler ci sono stati -non sono eccezionali.
L'ultima squadra italiana a vincere un'Eurolega, correva il 2001, rischia di non esserci più, pur portando oltre settemila persone alla Unipol Arena, un gran bel tesoretto.
E adesso? Sabatini è stato il dirigente più “vivace” della pallacanestro italiana, per idee e anche esternazioni degli ultimi anni. Gestendo un rapporto controverso con la sua tifoseria. Ha salvato la Vu dal collasso nel 2003, portandola alla finale scudetto nel 2007. Adesso però l'amore sembra finito.
Cuori freddi anche dall'altra parte dei portivi di Bologna. La Fortitudo non è una, ma nemmeno trina. Quella con la “Effe” originale, la Fortitudo Pallacanestro, affossata da Gilberto Sacrati, vegeta, ma non gioca in nessuna categoria. Le altre due la Bologna Basket Biancoblu, emanazione della “casa madre” sportiva, la SG (Società Ginnastica) Fortitudo gioca in LegaDue, dopo aver acquisito il diritto sportivo di Ferrara, guidata da Romagnoli e da Markovski in campo, portando al PalaDozza circa duemilacinquecento spettatori. Ma è rimasta senza “curva”, la Fossa dei Leoni, la tifoseria più calda d'Italia ha scelto di seguire gli Eagles, formazione che ha preso di diritti sportivi di Ozzano e gioca in B Dilettanti (quarta divisione). Ma fatica ad arrivare al migliaio di presenze.
La strada è ancora lunga, le glorie sono ormai passate. Il primo obiettivo per tutte è la sopravvivenza. Non sarà né facile, né scontata.
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