Sei motori turbojet, presti "in prestito" dal famoso liner della Boeing, il 747 (che di motori così ne ha "solo" quattro), potenzieranno quello che, nelle idee di Paul Allen, cofondatore di Microsoft (e quindi ben in grado di foraggiare un progetto del genere), sarà il jet più grande del mondo. Lo scopo? Portare un vettore spaziale multistadio, detivato dal Falcon 9 della SpaceX (avversaria "privata" dell'americana NASA e dell'europea ESA, nata dai capitali del fondatore di Paypal Elon Musk) fino alla statosfera, a 9 km di quota. Quì avverrà lo sgancio del missile, che porterà il suo carico in obita. Carico che potrebbe essere composto da satelliti, componenti per la stazione spaziale orbitante, o persone. E non necessariamente solo astronauti: rimanendo nel solco scavato da Richard Branson, fondatore della Virgin e ideatore del concetto di SpaceShip per il turismo spaziale, i futuri passeggeri della navicella potrebbero essere anche dei semplici turisti. Certamente facoltosi, ma pur sempre turisti. Quale sarebbe dunque il vantaggio di questa soluzione, così diversa dal concetto di vettore "tradizionale" come i missili Titan e Saturn, utilizzato per la missione Apollo, e di veicolo spaziale riutilizzabile come lo Shuttle, ritirato proprio quest'anno? Partendo già da quasi 9 kilometri, il missile non dovrebbe affrontare la salita iniziale combattendo contro l'attrito della densa aria presente a bassa quota. Inoltre un missile, nelle fasi subito successive al "lift off" dalla rampa di lancio, è ancora pieno di carburante, e quindi è molto pesante. Questo implica che, per potersi staccare da terra, il razzo deve spingere i motori a piena potenza, aumentando i consumi e quindi la quantità di carburante da imbarcare, entrando in un circolo vizioso. Partendo già in quota, il missile "accompagnato" dal velivolo di Allen avrebbe bisogno di molto carburante in meno, il che ovviamente abbatterebbe i costi. Lo Stratolaunch System (questo il nome del progetto) avrà delle dimensioni veramente colossali: 544 tonnellate di peso per 117 metri di apertura alare, come un campo da calcio. Dimensioni che impressionano ancora di più sapendo che l'attuale jet più grande del mondo, l'Airbus A-380, ha una apertura alare di "soli" 80 metri. Un progetto che diventerà realtà, a quanto detto da Allen stesso, nel 2016, quando inizieranno i primi test. Un progetto certamente coraggioso, ma che permetterebbe un enorme sviluppo del business spaziale. Basti pensare che, al giorno d'oggi, il lancio di un missile può costare da 30 a 200 milioni di dollari.
Friday, December 16, 2011
Nel 2016 i primi test del jet più grande del mondo. Che promette di portare turisti e strumentazioni nello spazio a costi abbordabili.
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