Da alcuni mesi la piccola torinese, la Fiat 500, ha varcato i confini del vecchio continente, alla scoperta e alla conquista degli USA.
Può un'auto piccola come la 500 imporsi nel paese con la più alta diffusione di SUV e berline di grosse dimensioni al mondo?
La sfida è senz'altro ardua! è difficile pensare alla piccola 500 come una vettura che sia in grado di competere con le "tradizionali" macchine americane. Fiat ha saggiamente spostato la competizione su un altro terreno. scegliendo la via della berlinetta "esclusiva" e di tendenza, con vocazione ecologista e con quel fascino glamur ereditato dalla sua progenitrice degli anni '50.
Tuttavia qualcosa non è andato come previsto da Torino.
Le vendite non sono decollate e gli obiettivi di mercato sono stati disattesi. Delle cinquantamila vetture da immatricolare, meno della metà hanno trovato riparo sotto la bandiera stelle e strisce.
Ma cosa è andato storto?
Probabilmente la politica di marketing è stata fallimentare: Fiat non è riuscita a presentare al pubblico americano la 500 come avrebbe dovuto. Non ha saputo creare, attorno al lancio dell'auto, una sufficiente attenzione e curiosità. Anche gli spot pubblicitari sono stati pochi e "disconnessi" dal contesto USA.
Altro aspetto che ha inciso e che inciderà sulle future vendite è stato il giudizio, parzialmente negativo, dell'ente per la sicurezza NHTSA, che ha dato alla piccola 500 solo 3 stelle su 5. Giudizio controverso e inaspettato, in quanto il team Fiat, che ha preparato la 500 per il mercato USA, aveva speso tempo e risorse per adattare il progetto europeo agli standard americani.
Conquistare un nuovo mercato non è cosa semplice, soprattutto con un'auto "particolare" come la Fiat 500.
Noi tutti facciamo i migliori auguri a Fiat che con la 500 può fare ancora grandi cose negli USA.
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