Si sono dati appuntamento per oggi, 12 dicembre. L'azione è più ambiziosa che mai: bloccare i porti commerciali della costa occidentale statunitense, dalla California all'Alaska, per creare un significativo danno economico al sistema commerciale Usa e per protestare contro gli sgomberi violenti. E' proprio nelle città della costa occidentale che il movimento, nato a settembre dall'iniziativa Occupy Wall Street, ha conosciuto la repressione più forte e violenta da parte delle forze dell'ordine.
Los Angeles, Portland, Seattle, Tacoma, Houston. Queste alcune delle città che potrebbero essere interessate dalla protesta, anche se l'epicentro dovrebbe essere Oakland, in California. Già il 2 novembre, giorno dello sciopero generale in Usa, centinaia di migliaia di persone riuscirono a bloccare il porto - il quinto per volume di traffico in tutti gli Stati Uniti - per alcune ore, prima dell'intervento della polizia. L'attacco ai porti mira a colpire gli interessi commerciali delle grandi compagnie.
Tra i target della protesta c'è anche la ormai famigerata Goldman Sachs, accusata di fare speculazioni finanziarie dopo essere stata aiutata dallo Stato con il piano di rifinanziamento promosso da Barack Obama dopo il crack della Lehman Brothers, nel 2008. La banca Usa, infatti detiene il 49% di Carrix Inc., società di trasporti di Seattle, a sua volta proprietaria della SSA Marine che movimenta cointainers in oltre un centinaio di porti in tutto il mondo.
Il successo o meno della mobilitazione di oggi ci potrà dire qualcosa sullo stato di salute di questo movimento a oltre due mesi dalla sua nascita, e potrà avere ripercussioni sui movimenti omologhi nati in tutte le più importanti città del pianeta.
Monday, December 12, 2011
OWS vuole bloccare i porti della costa Ovest degli Stati Uniti
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