Il suo solito bonario scompiglio al Teatro 5 di Cinecittà lo haportato. Entrato sulle note de “La porti un bacione a Firenze”, Benigni ha rotto gli argini fin dasubito, scatenando la sua verve comica sul bersaglio preferito: “Non c’è più,non c’è più”, riferendosi ovviamente all’ex premier Berlusconi, è stato il mini-tormentone di inizio sketch.
Poiproseguito nel solco del rodato copione, in cui Benigni ha trascinato anche il direttore di Rai Uno Mauro Mazza, comeal solito in platea. “Mazza m’ha chiesto “daglie su Berlusconi, picchia”,praticamente m’hanno costretto a parlare di lui”, scherza il comico, che poibatte sempre ancora sullo stesso chiodo. Una raffica di una decina di minuti“scaricata” addosso al Cavaliere e chiusura all’insegna dell’amarcord, conl’esecuzione a trent’anni dall’ultima volta, del celebre “Inno del corposciolto” spalleggiato da Fiorello. Cheprima o dopo di lui, è stato un vulcano.
Dal via psichedelico ed elettrizzantecon Jovanotti, al divertente duetto“sulle punte” col ballerino Roberto Bolle, fino al passaggio di consegne finalecon Pippo Baudo. In mezzo, Briatore,Monti e Vespa, i nomi più illustri finiti nel mirino dell’incontenibileshow man siciliano. Doveva essere la serata di Benigni, invece è stato ilquarto trionfo di Fiorello. L’ennesimo. L’ultimo.
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