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Saturday, December 17, 2011

Firenze, l'assassino Casseri voleva sparare ancora, sono fatti inquietanti

Quando Gianluca Casseri è stato sorpreso dalle forze dell'ordine nel parcheggio sotterraneo di San Lorenzo, aveva appena ricaricato completamente la 357 Magnum, con la quale si è poi sparato, aveva inoltre una busta con altri 28 proiettili.
L'attivista di CasaPound, che ha ucciso due senegalesi e ferito altri tre, aveva manifestato da tempo idee xenofobe, seconde le testimonianze.
E dalle indagini emerge che aveva progettato di fare una strage di persone di colore.
I tre africani feriti sono ancora gravi ma non in pericolo di vita, oggi a Firenze, la manifestazione di solidarietà.
I fatti di Firenze sono inquietanti e drammatici, perchè rappresentano motivo di preoccupazione.
L'Italia è un paese con grandi tenute morali e quindi si ci augura che questi fatti restino isolati.
Intanto la Procura di Firenze, ha aperto un fascicolo ipotizzando l'apologia di reato per coloro che, sui siti internet, inneggiano agli omicidi dei senegalesi commessi da Gianluca Casseri.
Sono state avviate le indagini  per identificare gli autori di questi messaggi, ha detto il procuratore capo Quattrocchi, precisando che il fascicolo è stato iscritto con urgenza perchè il web è invaso di messaggi che inneggiano a Casseri.
La procura ha affidato le indagini alla Polizia postale e alla Digos.

Tuesday, December 13, 2011

Spara sui senegalesi al mercato, poi si uccide


La notizia ha fatto già il giro dei telegiornali, e domani riempirà le pagine di cronaca nera. Gianluca Casseri, 50 anni, scrittore di fantasy, militante di Casapound Italia, ha dato fondo alla follia sparando a 4 senegalesi al mercato di San Lorenzo, a Firenze. Due moriranno, gli altri due sono gravi all'ospedale, uno in sala rianimazione. La polizia raggiungerà l'assassino in un garage, dove verrà accerchiato. Lì Casseri, vistosi raggiunto – un agente si accosterà alla sua auto, al vederlo tirar fuori l'arma gli sparerà senza tuttavia colpirlo – rivolgerà l'arma, una 357 Magnum Smith & Wesson, contro se stesso.

Un incubo di violenza durato diversi attimi di terrore per la comunità senegalese. Alla notizia data loro dalle forze dell'ordine che l'assassino si era tolto la vita, sono rimasti increduli. Uno di loro, testimone della carneficina, è andato a controllare e a identificare il cadavere, confermando l'identità dell'aggressore.

La comunità senegalese ha poi tenuto un presidio in piazza Duomo, nel centro cittadino. Un presidio tranquillo, ma tanto dolore e angoscia per un gesto insensato. Si invoca Allah, si grida vergogna, le telecamere inquadrano uno di loro, in lacrime: “Li conoscevo, erano miei amici.”

Un altro ancora lancia un monito: “Non dite che era pazzo. Sparava solo a quelli di colore, non ai bianchi!”

Si tratterebbe di un gesto premeditato e dettato dall'odio razziale, dunque. L'arma era regolarmente denunciata. Ma elementi che facessero emergere questa natura xenofoba nell'uomo? Pochi quelli a disposizione. L'uomo viveva fino a pochi mesi prima a Ciriegio, nel pistoiese, dove conduceva, pare, un'esistenza solitaria. Anche chi lo ha conosciuto ai raduni di Casapuond ne parla come un tipo riservato.

Resta il senso di smarrimento per un'azione così insensata, avvenuta in un momento di forte crisi di valori, e di mal tolleranza del “diverso”. Di pochi giorni fa è appunto l'attentato al campo Rom. In quel caso la violenza ha preso a pretesto una violenza sessuale inventata da una sedicenne per dar sfogo alla xenofobia.