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Thursday, December 15, 2011

Parigi ed i suoi Anni Folli mostra, a Ferrara, fino all'8 Gennaio

Creatività o follia? La Parigi degli anni Venti vi stupirà.
In mostra, a Ferrara, fino all'8 Gennaio.

Qualcuno li ha definiti “Roaring Twenties”, quei magnifici anni Venti, che nell'immaginario comune richiamano subito il jazz, le elegantissime flappers, le feste ed il clima di un romanzo di Fitzgerald.
In quegli anni il centro del mondo, almeno di quello artistico, era indiscutibilmente Parigi, tanto che lo stesso De Chirico, uno dei maestri di questa entusiasmante e feconda stagione, ebbe a dire: «La modernità - questo gran mistero - abita ovunque a Parigi: la si ritrova ad ogni angolo di strada, accoppiata a ciò che era un tempo, pregna di ciò che sarà. Come Atene ai tempi di Pericle, oggi Parigi è la città dell’arte e dell’intelletto per eccellenza».

Sono questi i cosiddetti “Anni folli” di Parigi, quelli che, all'indomani della Grande Guerra e fino primi anni Trenta, la vedono in pieno fermento: la sua atmosfera cosmopolita, mondana e liberale, l'esplosione del jazz, i teatri, i caffè e le gallerie attraggono da ogni angolo d'Europa e d'America le più grandi personalità dell'arte, della cultura, della musica e dello spettacolo, trasformandola in un polo di vitalità eccezionale.

Crocevia internazionale di stili e personalità, la Parigi di quegli anni si fa portatrice di un'arte nuova, che ruppe con le ansie della guerra e le incertezze del passato, per ripartire da zero, in un Primo Dopoguerra segnato dall'euforia dettata dalla prosperità di quella decade. In questo clima, i più grandi artisti di inizio secolo, come Monet, Matisse, Mondrian, Picasso, Braque, Modigliani, Chagall, Duchamp, De Chirico, Miró, Magritte e Dalí furono i principali protagonisti di un periodo di eccezionale vitalità artistica, e a Parigi rimisero si rimisero in gioco, approfondendo e rivendendo le loro poetiche.

Il risultato di questi anni incredibili è ora in mostra a Ferrara, presso Palazzo Diamanti, che ospita fino all'8 Gennaio 2012 la mostra “Gli anni folli. La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí. 1918-1933”.
La mostra prende le mosse dalle opere di due maestri impressionisti ancora attivi ed influenti nel primo dopoguerra, Monet e Renoir, che mostrarono ai giovani artisti giunti a Parigi in quegli anni la strada verso la rinascita dell'arte contemporanea.
Così, in mostra, si potranno ammirare capolavori della cosiddetta “École de Paris”, come ad esempio ritratti di Modigliani e Chagall, ma anche reminiscenze cubiste nei lavori di Picasso e Braque, nonché le prime avvisaglie di quel ritorno al classicismo che caratterizzerà tutto il decennio. E ancora, Mondrian e la sua pittura astratta, i readymade e l'ironia Dada e l'onirico mondo del Surrealismo.

Ma non solo arte. Le avanguardie artistiche di quegli anni, infatti, furono molto attente anche al teatro, nella prospettiva di ricreare quell'utopistico progetto di opera d'arte totale. Così, accanto a papiers collés e readymade, si trovano anche scenografie, bozzetti e costumi scenici, che in quegli anni fecero la fortuna e il cruccio di artisti, performer e coreografi giunti da tutto il mondo.

Un'occasione imperdibile per rivivere il clima di eccitazione, avanguardia e creatività di quegli anni. Nella speranza, magari, di riuscire a resuscitare quello spirito e trasportarlo ad oggi.

Carlotta Mazzoli


Gli anni folli. La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalí. 1918-1933
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
11.IX.2011 – 8.I.2012
http://www.palazzodiamanti.it/

Monday, December 5, 2011

Dilemmi d'artista: come rendere un'idea originale? Come evitare il plagio? Ecco qualche regola


Quando rubi da un autore, è plagio; quando rubi da tanti, è ricerca.

Wilson Mizner


Quant'è difficile trovare un'idea originale? Come si fa a non incappare nel plagio?

L'ideazione è una fase importantissima a cui è doveroso dare il giusto peso. Bisogna avere la saggezza di dedicarvi tutto il tempo che occorre, perchè è “la chiave di volta” di ogni progetto, cioè se crolla lei tutto è stato vano.

Tanti sono i rischi nel momento in cui decidiamo di buttarci e partorire qualcosa che sarà sotto gli occhi di tutti, critici e non, motivo per cui un' attenta analisi, fatta a più riprese, magari se abbiamo dei dubbi con la consulenza di persone fidate più esperte di noi, ci può davvero aiutare a non cadere nella sempre presente voragine dei danni economici e di immagine. Perciò evitiamo di essere superficiali soltanto per fare più in fretta o perchè così ci è stato chiesto. La velocità nel produrre opere originali è frutto di un'attività mentale estremamente allenata ad individuare con cognizione di causa determinati stimoli e trasformarli, attraverso studi e ricerche, in qualcosa di nuovo. E poi... C'è un vecchio detto che dice “presto e bene non avviene”.

Uno dei tanti rischi, e parliamo di tutti gli artisti, ad ogni livello e sfumatura (scrittori, poeti, pittori, fotografi, registi, musicisti...), è il plagio.

Di cosa si tratta?

E' l'atto di appropriarsi, tramite copia totale o parziale, dell'ingegno altrui spacciando un'opera per frutto della propria creatività.

Certo, le condanne per plagio sono pochissime, perchè esistono tante variabili a cui potersi appellare: l'influenza del contesto culturale dell'artista, la contaminazione, l'ispirazione a creazioni precedenti... ma i danni del passaparola di una “presunta condanna”? Quelli possono rovinare carriere. Quindi ecco qualche regolina base:

  • facciamo sempre attenzione alla presenza o meno dei copyright

  • non copiamo pedestremente un'idea anche se ci piace, arricchiamola e rielaboriamola con qualcosa che sia frutto delle nostre esperienze e della nostra personalità

  • se riteniamo necessario trasporre una parte di testo o degli accordi musicali citiamo sempre la fonte. Oltre ad essere segno di rispetto e ammirazione per “il vero papà dell' idea” dimostriamo che non stiamo rubando, bensì stiamo riportando in luce, rivisitando.

  • Se ne abbiamo la possibilità, per le questioni delicate e i grossi progetti, chiediamo sempre il permesso alla persona che ha partorito l'idea, facciamoci firmare un contratto, non si sa mai.

E se ci fosse sfuggito qualcosa nonostante tutte le attenzioni poste ad evitare questo spiacevole inconveniente? Bhè, è segno di profonda maturità imparare a chiede scusa, non fare finta di niente: sbagliando si impara.

Thursday, December 1, 2011

Cos'è il brainstorming? Come funziona? Come possiamo applicarlo nel processo creativo?


"Un'idea non mi sembra veramente attendibile
se non appaga anche i miei sensi"

Manlio Sgalambro


Che cos'è il brainstorming?

Letteralmente significa tempesta cerebrale, semanticamente...tempesta di idee.

Si tratta di una tecnica creativa di gruppo atta a far emergere nuove idee o risolvere problemi.

In che occasione lo possiamo utilizzare?

… nello sviluppo di nuovi prodotti

… in Pubblicità: sviluppando idee per campagne pubblicitarie

… per risolvere un problema: si analizzano dati, cause, soluzioni alternative, si fanno valutazioni

…nella gestione di processi: trovando le soluzioni per migliorare gli affari e i processi di produzione

… per gestire i progetti: identificando gli obiettivi del cliente, i rischi, le variabili, le risorse, i ruoli e le responsabilità

… per creare un team: si generano condivisione e discussione di idee, così si stimolano i partecipanti a pensare

… nel Business Planning: sviluppando e migliorando l'idea di un prodotto.

…nella preparazione di un processo giudiziario da parte di avvocati

… nella creazione artistica

… nelle indagini di mercato


Come funziona?

Si svolge in due fasi:

1.DIVERGENTE

Un partecipante propone un idea, istintiva, anche strampalata. Questo stimola il secondo partecipante che lo fa a sua volta. Poi il terzo...

Si vengono così a creare nel gruppo un insieme di idee che si concatenano, si fondono, generano altre proposte...come se ci fosse una mappa concettuale nell'aria. Il tutto senza regole o censure, insomma...il gioco delle parole di getto allo stato brado. Il compito del moderatore sarà soltanto quello di favorire lo scorrere della discussione.

2. CONVERGENTE

Ecco la stesura, nero su bianco di questa tempesta creativa. Solo ora ogni proposta viene selezionata e valutata, sempre in gruppo, con critiche costruttive, rielaborazioni e approfondimenti traducendo tutto in qualcosa di realistico e realizzabile. Può essere utile in questa fase adottare nel team personalità più esperte per migliorare la qualità del risultato.


A cosa dobbiamo fare attenzione perchè il brainstorming sia efficace?

Alla libertà: deve svolgersi tutto in un clima di armonia, giocoso, vivace, senza inibizioni

Alla qualità: dev'essere una meta che ognuno si prefissa, perciò via alle idee di ogni tipo volte al raggiungimento di quella vincente

A ricercare combinazioni e miglioramenti: è necessario che ognuno ascolti con attenzione l'altro e si cerchino associazioni rispetto alle proposte espresse

Ad escludere la critica: è fondamentale far in modo che la fase di giudizio del pensiero sia posta ad un livello temporale successivo rispetto a quella di generazione delle idee.


DRITTE PER IL MODERATORE:

Come va condotto questo gioco?

Esistono principalmente tre strade:

Round Robin: Parlare a turno, uno alla volta, con la possibilità di “passare la parola” se non sappiamo che dire. (Limiti nell'interazione, vincolante anche se utile con gruppi dalle personalità egocentriche).

Pop Corn: senza regole, assoluta libertà. (Efficiente nonostante il rischio di accavallarsi e quello delle difficoltà di gestione da parte del moderatore).

Bigliettini: Tutti scrivono le proprie idee su bigliettini che vengono poi letti uno alla volta. (Negativo il fatto che in assenza di interazione verbale non nascano confronti diretti e quindi proposte tra loro correlate).


Possibili modi per sciogliere il ghiaccio?

Pescare una parola/immagine a caso da un libro, un giornale, una rivista...

Utilizzare le false regole: dovremo cercare di adattare al nostro quesito le direttive e i modi di pensare che sono tipici di altri settori (cercando di legare le istruzioni del Monopoli al nostro problema ad esempio).

Scrivere tutti su un grande foglio le idee, assolutamente di getto, noncuranti della punteggiatura.

Usare Google: scrivere una parola a caso e vedere cosa esce, aiuta a trovare stimoli e imput imprevedibili.

Tecnica del gioco di ruolo: Ci si immedesima in un cuoco, un meccanico, un avvocato... e si procede pensando "cosa farebbe?" "Cosa penserebbe?" "Che strumenti userebbe?"

Tecnica del giornalista: Scrivere su un foglio le fatidiche domande "Chi?" "Cosa?" "Quando?" "Dove?" "Perché?" "Come?" e rispondere prendendo in esame il nostro problema.

La sfida dei fatti: far finta che tante scoperte non siano ancora avvenute ad esempio...”Se la terra fosse tonda come risolveremmo il nostro problema?”

Fare giochi di parole, utilizzare gli opposti...e chi più ne ha più ne metta!

Quali sono gli altri vantaggi del brainstorming in un team?

Si favorisce lo spirito di gruppo

Si migliorano le relazioni e la comunicazione interpersonale

Si aggevola quella rottura di schemi mentali che permette di svincolare la creatività

Si incentiva il rispetto delle opinioni e idee altrui

Si rafforza la capacità di saper ascoltare in modo attivo

Si stimola la dote di sfruttare i contributi degli altri per raggiungere un obiettivo comune


Il brainstorming di gruppo è efficace se ogni componente del team utilizza la propria esperienza e la propria creatività a vantaggio di tutti. Tenersi dentro le idee migliori è controproducente per tutta la squadra. In questo gioco/lavoro non si vince da soli, si vince insieme.

Wednesday, November 30, 2011

La creatività è in ognuno di noi: ecco come svilupparla e diventare un vulcano di idee

“Il lavoro creativo è sospeso tra la memoria e l'oblio” Jorges Luis Borges

Tutte le persone sono creative. Sfatiamo i luoghi comuni: la creatività non è una dote innata, ma è un’abilità mentale che va allenata.
Va al di là della superficialità, ha il senso pratico e non ha paura.
Si tratta di un atteggiamento mentale che se ben sviluppato è capace di rendere vivaci e appetibili anche gli argomenti più noiosi. Attenzione però, questa ovviamente non basta per creare un opera d'arte... che sia un articolo, una canzone, una poesia, una fotografia, un quadro... devono esserci alla base competenze preliminari e una profonda conoscenza delle regole da superare.
Detto ciò diamoci alcune dritte per sbloccarci e stimolare questo fondamentale ingrediente:



1. NON STIAMO TROPPO DAVANTI ALLA TV

Ponderiamo bene l'utilizzo dei mezzi di comunicazione. Limitiamo l'utilizzo della televisione che tende ad addormentare le idee e quello dei social network che, se non facciamo attenzione, ci distraggono e ci fanno perdere tempo. Prendiamo ciò che di buono ci possono dare e... stop.

2. IMPARIAMO A TORNARE PICCINI
Dobbiamo concentrarci sul nostro emisfero destro del cervello. Quello che controlla la parte sinistra del corpo, pensa per immagini, visualizza e memorizza, tratta l'insieme e non i dettagli, controlla tutte le espressioni del nostro corpo (dal ballo allo sport) e le attività artistiche tradizionali.
E' un po' come un muscolo: più esercizio facciamo e più si ingrandisce e si rafforza.
Spesso ci raccontano che crescendo bisogna comportarsi da persone serie. Sbagliato! Si può essere maturi e affidabili anche senza rispettare l'etichetta. Rischiare di cadere nella morsa della routine è pericoloso, è veleno per la nostra mente creativa. Facciamo ogni tanto qualcosa che va al di là delle nostre abitudini, è un arrichimento.
E poi... impariamo a tornare un po' bambini: guardiamo i cartoni animati, giochiamo con i nostri figli che oltre ad amarci ed avere bisogno di noi, ci aiutano a vedere costantemente il mondo con allegria, sorpresa e fantasia.

3. CANTIAMO, SUONIANO, BALLIAMO... MUOVIAMOCI
Se siete i tipi che pensano sia stupido il saper giocare con se stessi, avrete serie difficoltà a trovare un idea geniale.
Lasciamoci andare, divertiamoci, non pensiamo troppo al giudizio degli altri: questa è la strada che scioglie la mente e sviluppa l'immaginazione. Facciamo in modo che la musica ci attraversi e si impossessi di noi... e quel che sarà sarà. Siamo liberi. Poi, importante, facciamo sport: oltre a tenerci in forma e scaricare lo stress, ci aiuta a rafforzare autodisciplina e tenacia.

4. CREIAMO IL “NOSTRO” LUOGO DI LAVORO
La nostra postazione non dev'essere un ostacolo che non ci fa sentire felici e rilassati. Facciamo ordine, circondiamoci sì di elementi davvero utili ma anche di oggetti per noi speciali, che ci richiamino alla mente delle emozioni, dei profumi... creiamo l'atmosfera, magari con una leggera musica di sottofondo. Facciamo in modo che il nostro umore ritrovi un “piccolo angolo di paradiso” in cui poter creare.

5. TENIAMO UN DIARIO... LEGGIAMO QUALSIASI COSA
Impariamo ad annotare le nostre emozioni e esperienze su un block-notes. Questo ci aiuterà ad entrare in contatto con noi stessi e a focalizzare l'attenzione su alcuni fatti che la routine altrimenti ci farebbe perdere di vista. E poi...se mentre siamo in giro tra la gente ci viene un'idea? Non è meglio scriverla per non dimenticarcela?
Poi leggiamo! La lettura aumenta le nostre nozioni, la capacità di parlare correttamente e stimola fantasia, concentrazione, spirito critico... ma attenzione! Non limitiamoci ai classici, possiamo trovare un'idea sfogliando una rivista, buttando l'occhio tra i post di facebook, tra gli ingredienti della cotoletta... praticamente ovunque.
Tanti stimoli ce li danno, inoltre, le poesie e gli aforismi. Non trascuriamo il potere che hanno i pensieri filosofici di attivare l'immaginazione.


6. USCIAMO DI CASA
Cambiamo ambiente, stacchiamo dall'ossessione di dover finire: immergersi tra la gente, fare tappa in un bar, osservare le vetrine, fare un giro in auto o quattro passi tra i boschi... insomma se siamo bloccati non è stando a fissare per ore un punto fermo sul pc che risolveremo le cose.
E quando possiamo, viaggiamo, confrontiamoci con gli altri, buttiamoci in un museo, in un cinema, andiamo ad un concerto...o semplicemente impariamo ad osservare e ascoltare i discorsi delle persone che ci circondano. Dopo saremo sicuramente più rilassati e ricchi di spunti.


7. ORGANIZZIAMO I L NOSTRO TEMPO
Manteniamo la calma. Spesso per la fretta di buttar giù un'idea che sentiamo vincente, trascuriamo il potere che ha il tempo di “mettere a posto le cose”.
Suddividiamo quindi il processo creativo in diverse fasi, meglio se distribuite in altrettanti momenti della giornata:
- ricerca delle fonti, documentazione, elaborazione
- concretizzazione nero su bianco dell'idea
- distacco psicologico: lasciamo passare del tempo, intanto facciamo altro, nel momento in cui torneremo avremo una visione più obiettiva e se vorremo cambiare completamente o apportare delle modifiche lo faremo con cognizione di causa
- intuito: diamogli retta perchè sarà anche misterioso e imprevedibile, ma è immediato e ha sempre ragione, certo ci vuole un po' per imparare a gestirlo, dobbiamo conoscere a pieno noi stessi ma poi... è lui che comanda.

8. SIAMO SOCIEVOLI
Troviamo collaboratori intelligenti e di compagnia, organizziamo una buona squadra di lavoro. Non smettiamo mai di ascoltare chi ha più esperienza di noi, bando alla presunzione! Si possono evitare tanti errori se si ha la voglia di apprendere. Ma non dimentichiamo che non si impara solo dai professionisti del campo perchè tutte le persone su questo pianeta hanno qualcosa da raccontare e qualcosa da insegnare, dandoci magari un'interpretazione che a noi è sfuggita o facendo un'osservazione in grado di stimolarci.

9. NON SCORAGGIAMOCI, NON ABBIAMO PAURA
Trasformiamo gli stati d'animo negativi in “materiale su cui lavorare”, in forza di reazione, in energia propulsiva. Perseveriamo. E soprattutto... siamo ottimisti.
Teniamo conto che uno studio effettuato su 161 lavoratori dipendenti ha dimostrato che la creatività aumenta sensibilmente in rapporto a stati d'animo molto positivi o molto negativi, portando a superare situazioni lavorative “scomode” con approccio positivo.
Cerchiamo inoltre di non avere paura di sbagliare. Ricordiamoci che tante idee possono apparire sbagliate, ma possono essere sviluppate, rivoluzionate e trasformarsi nella soluzione vincente.
E se da soli non ce la facciamo? Facciamo brainstorming!

Monday, November 28, 2011

Gian Lorenzo Bernini

Sono passati molti anni dalla morte del famoso scultore Gian Lorenzo Bernini, deceduto a Roma il 28 dicembre del 1680, ma la sua arte e il suo innovativo stile artistico continua ad affascinare e continua ad attrarre ancora molti turisti, che apprezzano la nostra arte molto di più di quanto facciamo noi.
Chi non si ricorda la disperazione e il realismo del celebre Apollo e Dafne?
Tutto inizia l'8 dicembre 1598, nata della sua nascita, che, fin dalla precoce età, lo porteranno ad un crescendo di meritati successi.
Bernini è considerato l'iniziatore del linguaggio artistico barocco, nelle sue opere è sempre alla ricerca di effetti spettacolari di grandiosità e di dinamicità e su illusioni ottiche.
Figlio di uno scultore nacque a Napoli, trasferitosi a Roma, lavorò inizialmente come scultore, poi anche come architetto e fu apprezzatissimo da vari papi.
Bernini concepiva la scultura e l'architettura come due attività ben collegate fra loro; le sculture dovevano suscitare la meraviglia dello spettatore; inoltre le opere dovevano armonizzarsi con l'ambiente circostante.
Guardando le sue opere ci accorgiamo della volontà dell'artista di creare figure in movimento e immagini capaci di trasmettere l'idea di una continua trasformazione.
Nella Cappella Cornaro Bernini realizzò una fusione perfetta fra l'architettura e la scultura.
In piazza Navona, Roma Bernini diede un'altra prova del suo genio artistico.
Al centro di un'ampia vasca si innalza un rilievo roccioso con quattro figure allegoriche che impersonificano quattro grandi fiumi: Danubio, Gange, Nilo e Rio della Plata. La roccia fa base a un obelisco.
In una delle sue più famose sculture, Apollo e Dafne, Gian Lorenzo rappresenta lee vicende di due giovani.
Bernini riprende un mito classico: Cupido, dio dell'Amore, per vendicarsi di un torto subito da Apollo, lo colpì con una freccia d'oro facendolo innamorare della ninfa Dafne.
Poi con una freccia di piombo colpi Dafne che, a causa di quella freccia, non volle sentir neppure pronunciare la parola d'amore. Apollo inseguì la ninfa ma Dafne, sul punto di essere raggiunta, pregò il padre Peneo di salvarla e questi la trasformò in alloro, pianta sacra di Apollo.
Per la prima volta una scultura riesce a dare la sensazione del movimento in modo così efficace.
Con questo breve articolo non volevo nient'altro che dire che noi, in Italia, abbiamo l' 80% del patrimonio culturale, e va salvaguardato ammirando l'arte e ricordando chi ne a fatta tanta.
                                                                Diletta Anslemi

Musica sotto sequestro: la mucca pazza minaccia Vivaldi e Bach

"Non potremmo più suonare Bach, e senza Bach la vita non sarebbe più la stessa "
Viktoria Mullova

La sindrome di Jacob, variante umana del morbo della mucca pazza, colpisce ancora... o meglio questa volta se la prende con la musica.

Le normative Ue, infatti, sostengono che le corde di orgine animale (create con interiora di manzo) comunemente utilizzate per realizzare strumenti come il violino, potrebbero essere dannose per la salute. Andrebbero sostituite con materiale sintetico.

Ricordiamo che già 10 anni fa una serie di episodi ha mandato in allerta gli organismi di vigilanza, ma il rilascio di permessi speciali ha concesso agli artigiani, e all'industria manifatturiera musicale in genere, di continuare a produrre le corde secondo la tecnica tradizionale: l'importante era prendere precauzioni. Con il passare del tempo, però le misure sono diventate sempre più restrittive.

Sicuramente tutte questa paura nasce a seguito della chiusura per "mancato rinnovo dei permessi" avvenuta ad una grossa azienda manifatturiera del Vicentino leader nel settore. Ma perchè fare di tutta un'erba un fascio?

Contro la delibera, i musicisti stanno muovendo una petizione sottoscritta da oltre 1700 persone al presidente della commissione europea Manuel Barroso sostenendo che: "Per contrarre la malattia di Jacob, ovvero la variante umana del morbo della mucca pazza dalle corde realizzate con sostanze provenienti da animale infetto bisognerebbe ingerirne diversi metri: come a dire che sarebbe impossibile".

Il direttore dell' Orchestra Barocca dell’Unione Europea è perentorio: "Se la produzione di corde di origine animale dovesse cessare sarebbe una vera catastrofe per la musica classica". Già perchè gli artisti sostengono che sia assolutamente impossibile ricreare gli stessi suoni senza la centenaria tecnica. Davvero... cosa non si farebbe per portare avanti la propria passione e poterla trasmettere agli altri: persino la salute passa in secondo piano.