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Tuesday, December 6, 2011

Calendula, valido rimedio per molti problemi



Etimologia: Il nome "Calendula" deriva dal latino calendae proprio a causa della sua fioritura che avviene il primo giorno di ogni mese per quasi tutto l’anno. La sua caratteristica di aprirsi al mattino al sorgere del Sole, le ha guadagnato anche l’appellativo di "Sposa del sole".
Secondo alcuni, il suo appellativo deriverebbe dal greco kàlathos che significa coppa o cesta, alludendo alla forma del fiore.

Come tutti i fiori gialli o arancioni, in antichità era associata al Sole; il fatto che abbassi il capolino al tramonto, era considerato un segno di mestizia, di lutto per la scomparsa di questo astro e questa credenza si è trasmessa nella simbologia che la vuole simbolo del dolore, della noia e della pena.
Più o meno dello stesso avviso sono i messicani, che la considerano il fiore della morte.
Una leggenda popolare dice che questi fiori, portati dai conquistatori, siano cresciuti in Messico con il sangue dei poveri indigeni, vittime della sete di potere, e di oro, dei bianchi.

Descrizione: pianta annuale o biennale, appartenente alla famiglia delle Composite, deriva dall'antica Calendula arvensis L., presente allo stato spontaneo in tutta la zona del Mediterraneo, da dove è stata esportata in Europa, in Asia e nelle Americhe.
Il genere Calenduleae si dice composto da una quindicina di tipi, in realtà vanno interpretati come varietà dell'unica specie attualmente riconosciuta.
Pianta erbacea o sublegnosa, più o meno pelosa, allo stato spontaneo raggiunge anche 100 cm di altezza, coltivata si ferma a 30-50 cm.
Fiorisce tra Giugno e Novembre, si semina in primavera direttamente nel terreno o in ciotole, che vanno piantate ad una distanza di 30 cm circa e cimate per avere una fioritura continua. Conosciuta fin dall'antichità, è probabilmente il Chrysanthemum o "pianta dai fiori d'oro" di cui parlano gli antichi scrittori greci.
Le proprietà medicinali della pianta erano conosciute anticamente e apprezzate fino al Medioevo; venne poi usata più che altro a scopo ornamentale.

Parti utilizzate: sommità fiorite, petali che sono usati anche in cucina, foglie.

Esposizione: porre in pieno sole o all'ombra parziale; in genere queste piccole piante vengono poste a dimora in primavera inoltrata, in aprile, poichè temono il freddo e le gelate tardive.
Principi Attivi: Oli essenziali, terpeni. mucillagini, flavonoidi, polisaccaridi immunostimolanti.
Indicazioni: Regolatore del flusso mestruale ne allevia anche i dolori, disinfettante dell’apparto gastro intestinale, battericida e fungicida cutaneo, cicatrizzante, , digestivo, antidiarroico. Sulla pelle ha azione detergente, lenitiva antiarrossante.
Molto utile per per aiutare la cicatrizzazione delle ferite, contro le macchie della pelle, i foruncoli, l'acne, gli eczemi, le dermatosi, ottima per le bruciature e le ustioni, per disinfettare e contrastare le infiammazioni, ha proprietà antibiotiche, usata contro le punture d'insetto e di medusa, per l'ittero, le emorragie, le piaghe e gli ascessi; insomma è una pianta dai mille usi molto apprezzata in ambito fitoterapico.
Mi raccomando! Queste indicazioni non sono da prendere in sostituzione del parere medico!

Wednesday, November 30, 2011

Come far sentire al sicuro il proprio cane dai temporali?


È più importante impedire ad un animale di soffrire, piuttosto che restare seduti a contemplare i mali dell'universo pregando in compagnia dei sacerdoti.

(Buddha)

Eh già. Chiunque viva con un cane sa quanto possa essere psicologicamente doloroso assistere il proprio cucciolo così spaventato da tuoni e lampi. Vederlo soffrire ci fa stare male e spesso non sappiamo come comportarci.

Lo vediamo nascondersi, guaire, abbaiare, scavare o addirittura... farsi la pipì addosso.

La paura dei tuoni è una fobia comune nei cani, un po' tra tutte le razze, anche se nessuno è veramente conscio del perchè. Bhè, tutto sommato anche tra noi esseri umani spesso c'è difficoltà a comprendere le cause dei nostri malesseri psicologici e delle nostre fobie.

Lo spavento del nostro tesoruccio è difficile da trattare, ma dobbiamo provarci perchè poi il problema altrimenti si acuisce con l'età. Per il cane, il padrone non è soltanto colui che lo sfama e provvede alle sue necessità. E' il capobranco, quel punto di riferimento che deve esserci sempre, che risolve i problemi e che è un esempio da seguire.

Perciò tocca a noi.

Dobbiamo essere noi per primi a non essere intimoriti. Se siamo nervosi, anche il nostro cucciolo lo percepirà e assocerà il fenomeno del temporale al pericolo.

Certo. L'istinto è quello di riempirlo di coccole per farlo sentire al sicuro... ma attenzione. Se esageriamo poi il nostro piccolino se ne approfitta; allo stesso modo se lo puniamo perchè ha paura rischiamo che nella sua mente si crei l'associazione che il tuono significa “paura” e in più pure “punizione”. Insomma, dobbiamo trovare una via di mezzo ed imparare a capire, attraverso l'empatia, qual'è la strada ottimale per risolvere il problema.

Sicuramente, prima cosa da fare è fornirgli un posto tutto suo dove rifugiarsi durante il temporale: sotto il letto, una sedia, in un angolino... di solito questi sono quei luoghi che lo fanno sentire protetto perchè attutiscono i suoni.

Dobbiamo poi essere assolutamente naturali e disinvolti, coinvolgerlo in giochi per distrarlo e accendere la TV o la radio per confondere i rumori.

Tuttavia, se questo non dovesse bastare a rassicurare il nostro amoruccio e lo vedessimo reagire con paura e agitazione non soltanto ai tuoni, ma anche ai petardi, ai fuochi d'artificio o addirittura agli allarmi delle auto o ai clacson... toccherà puntare sulla “desensibilizzazione”, cioè quello che gli psicologi chiamano contro-condizionamento.

In che consiste?

In pratica... il nostro cane ha paura del tuono? Registriamolo e facciamoglielo sentire ripetutamente, prima a bassissimo volume e poi, gradualmente ovvio, alziamo e alziamo... in modo che possa abituarsi, associarlo alla quotidianità e non ad un pericolo.

Certo ci vuole pazienza, costanza, ma per il nostro amore... questo ed altro.

L' Iperico e la cure naturali

L'Iperico, detto anche Erba di San Giovanni, Erba del Diavolo o Scacciadiavoli, è una pianta erbacea perenne alta fino a un metro di altezza. Le foglie sono di forma ovale o ellittica e gradatamente più piccole e ristrette. I fiori hanno cinque sepali e cinque petali gialli, con bordo di colore nero.
Si trova generalmente nei terreni abbandonati e asciutti fino a 1600 metri di altitudine.
Le parti che vengono usate sono le sommità fiorite; la pianta fiorisce dalla tarda primavera a tutta l'estate e la raccolta migliore (tempo balsamico)  è intorno al 21 Giugno. Viene utilizzato fresco per uso esterno oppure essiccato all'ombra per usi interni.
L'Iperico è considerato il rimedio per eccellenza di tutte le lesioni della cute, delle ustioni ma anche di piaghe e ferite; cura gli stati di depressione, avendo azione rasserenante (gli effetti si manifestano dopo 2/3 settimane), utile contro il malumore, depressione, ansia e agitazione nervosa. E' bene comunque proteggersi dal sole, soprattutto se vengono assunte alte dosi di prodotto.
Viene usato come infuso e tintura per sedare la tosse; frizioni con olio di iperico sono utili contro la sciatica, artrite e reumatismi. I lavaggi con il decotto di Iperico servono contro le infiammazioni della pelle; inoltre, aggiunto all'acqua del bagno, ha un effetto tonificante e nutriente.
L'Iperico è un ottimo antivirale e alza le difese immunitarie; utili se si soffre di insonnia, allevia le nevralgie croniche ed è efficace contro la diarrea e nei crampi mestruali. Ha proprietà antisettiche, astringenti, cicatrizzanti, sedative, vermifughe e diuretiche.
Attenzione!!! Il sovraddosaggio è dannoso, potrebbe provocare fotosensibilizzazione, soprattutto per chi ha la carnagione chiara. E' controindicata in anziani ipertesi, con malattie cardiovascolari, in gravidanza e in concomitanza con l'assunzione di alcool, caffeina e determinati tipi di farmaci. Mi raccomando!!! Come per ogni disturbo, sempre meglio affidarsi al proprio medico di base.
L'olio di iperico viene applicato sulle piaghe provocate da ustioni: la cicatrizzazione avviene molto rapidamente. Contrasta inoltre gli effetti ustionanti dei raggi solari, proteggendo i capillari. E' quindi un buonissimo abbronzante della pelle e uno dei più efficaci doposole.
In caso di dolore è efficace immediatamente, è antisettico per foruncoli e brufoli.
In cosmesi è utilizzato per pelli secche e screpolate e in prodotti per capelli grassi e devitalizzati.
A differenza di altre piante l'Iperico non è adatto per usi culinari.


CENNI STORICI
Storicamente il suo nome deriva dal greco Hyper-eikon, ovvero pianta che cresce sulle vecchie statue.
Per i greci il suo nome significherebbe “al di sopra del mondo degli Inferi”.
Nota anche come erba Scaccia Diavoli per la sua capacità di cacciare gli spiriti maligni e i fantasmi: anticamente lo si appendeva sopra l'immagine sacra per allontanare i demoni del male. In molti paesi europei nella notte di S. Giovanni c’era l’usanza di danzare attorno al fuoco, cingendosi il capo con le sue fronde; una volta spenti i fuochi, le gettavano sui tetti delle case, per preservarle dai fulmini.