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Saturday, December 17, 2011

Cos'è e a cosa può essere utile un corso di primo soccorso

Frequentare un corso di primo soccorso è diventato obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro. Lo scopo del corso, è formare i lavoratori ( alcuni scelti dalle aziende ) e di informare su ciò ''che va fatto e non va fatto'' in caso di infortunio o malore nei luoghi di lavoro. E' molto importante in questi casi, la massima freddezza del soccorritore anche se venisse a contatto con sangue e altri liquidi. Ogni azienda deve possedere obbligatoriamente una cassetta di pronto soccorso, con tutto iil necessario, in primis dei guanti monouso da indossare sempre prima del soccorso.
Quello che si deve fare:
Prima cosa chiamare sempre i soccorsi.
Il comportamento del soccorritore è, mantenere la calma, freddezza e determinazione. Si deve sempre piegare la spalla dell'infortunato e scuoterla leggermente per vedere se è cosciente o meno e non traumatizzato, posizionarlo di lato in posizione di sicurezza: braccio sotto la testa, busto leggermente in diagonale, gambe leggermente piegate; se è cosciente, in posizione di sicurezza si attenderanno i soccorsi. Se è in stato di incoscienza, di deve verificare: prima cosa se le vie respiratorie : bocca e naso , non siano ostruite da corpi estranei, se così fosse bisognerà eliminarli. Avvicinare sempre l'orecchio del soccoritore alla bocca dell'infortunato per udire il respiro, osservare il movimento del torace per qualche secondo (da 5 a 7 ), posizionare i polpastrelli sul collo di lato alla trachea, alla carotide sempre per alcuni secondi. Se non respira (e se si è in grado) si devono effettuare due tipi di ventilazione, respirazione bocca a bocca e massaggio cardiaco. Per chiamare i soccorsi, si deve digitare il 118, si può chiamare da qualsiasi telefono anche da cellulari con credito esaurito. Le richieste di soccorso devono sempre essere precise e brevi per evitare perdita di tempo prezioso per la vita umana. Comunicare generalità e numero di telefono del soccorritore, insomma informazioni precise in modo che i soccorsi arrivino tempestivmente. Queste, sono le cose che si devono fare in caso di infortunio o malore. Nel prossimo articolo parleremo di quello che non si deve fare e di tutto l'occorrente che deve contenere una cassetta di Pronto Soccorso.

Friday, December 16, 2011

Assistenza Anziani e Disabili a Bologna

E' operativa AbaCoop, la cooperativa sociale che offre assistenza a disabili, anziani e malati a Bologna e Provincia.
AbaCoop, che ha la sua sede a Funo di Argelato in via Galliera 180, a 5 km dal centro di Bologna, è licenziataria per la zona del marchio PrivatAssistenza, leader italiano nella cura domiciliare e ospedaliera anziani, malati e disabili.
Responsabile del centro è Simona Generali (051/860146) che offre un servizio attivo 24 ore su 24 per 365 giorni l'anno.
AbaCoop organizza nel più breve tempo possibile interventi di assistenza domiciliare per anziani, malati e disabili che necessitano di un aiuto o di un supporto al domicilio per diverse necessità, fra le quali l'igiene personale, la vestizione, il pasto, la compagnia, la vigilanza e la tutela, prevenzione piaghe o il supporto per la cura di determinate patologie. Il centro offre sia servizi socio-assistenziali sia servizi sanitari, erogati da operatori qualificati e coperti da polizza assicurativa a tutela dei clienti. I servizi di assistenza possono essere erogati tutti i giorni, anche sabato domenica o festivi.
I servizi socio assistenziali consistono in: assistenza domiciliare diurna e notturna, servizi di accompagnamento a persone anziane, interventi domiciliari per l'igiene personale, aiuto al bagno, assistenza al pasto: preparazione e somministrazione, assistenza alla mobilitazione: aiuto nell'alzata e messa a letto delle persone, e una gamma completa di servizi professionali di assistenza.
Servizio badante, anche integrazione o sostituzione.
Assistenza in ospedale: veglie, assistenza e aiuto sia notturno che diurno
Assistenza sanitaria: assistenza infermieristica domiciliare, servizi fisioterapici.

Thursday, December 15, 2011

Tumore all'ovaio: fattori di rischio e sintomi


Ogni anno almeno 4000 donne vengono colpite dal tumore alle ovaie; in Italia l'incidenza è di 18 casi ogni 100.000 abitanti.
Il cancro all'ovaio sorge quando si ha un aumento incontrollato delle cellule ovariche, spesso si tratta di quelle epiteliali (che rivestono l'ovaio), altre volte di quelle germinali (che producono gli ovuli.
Quali sono i fattori di rischio di questa forma tumorale?
- Anzitutto, l'eta: in genere, e nella stragrande maggioranze dei casi, l'insorgenza del tumore ovarico coincide con l'ingresso nella menopausa e in particolare parliamo dell'età compresa tra i 50 e i 69 anni;
- poi ci sono cause molto soggettive, quali il prolungamento del periodo di ovulazione, il ritardo della menopausa e l'assenza di gravidanza;
- fattori genetici: fino al 10% dei casi di tumore alle ovaie sono da attribuire ad alterazioni genetiche tramandate a livello generazionale; se vi sono mutazioni relative ai geni BRCA1 e BRCA2 può accadere - con un'incidenza maggiore che nel resto della popolazione - che in uno stesso ramo familiare - si verifichino casi di tumore all'ovaio e carcinoma alla mammella; in questi casi, in cui in famiglia ci sono donne con questi tipi di tumore, l'età di insorgenza si abbassa.

Purtroppo è una forma tumorale che inizia in modo asintomatico ed è difficile da diagnosticare precocemente, anche in presenza di sintomi, in quanto questi sono comunque abbastanza generici e riconducibili ad altre patologie e malesseri psico-fisici: dolore pelvico, gonfiore addominale, incontinenza e aumento della frequenza nell'andare in bagno, problemi di inappetenza e senso di sazietà anche a stomaco vuoto, senso di pesantezza, aerofagia sono tutti "campanelli" d'allarme cui dare ascolto quando essi diventano persistenti per giorni e giorni nell'arco di un mese e per troppi mesi.
In questi casi, in cui tutti i sintomi si presentano insieme e all'improvviso, è saggio sottoporsi ad una ecografia pelvica, che permetterà al medico di avere una prima ed importante indicazione diagnostica.
In base allo stadio del tumore, si interviene con un'operazione chirurgica per asportare la massa tumorale; segue la chemioterapia; sono in via di sperimentazione dei farmaci biologici.

Manchester. Medico confonde sintomi gravidanza con tumore ovarico


E' possibile che un medico faccia un errore tanto "grossolano", vale a dire diagnosticare una gravidanza di sei mesi al posto di un tumore?
Beh, è possibile (del resto, errare humanum est), a quanto pare perchè è capitato a Phoebe Quatre-Morgan, una ragazzina di 16 anni, di Bolton (vicino Manchester)che, diversi mesi fa, al ritorno da un periodo di vacanze, si era recata dal proprio medico per esporgli un malessere fisico caratterizzato da senso di gonfiore alla pancia, nausea e mancanza di appetito; il dottore aveva ipotizzato si trattasse di stipsi e le aveva somministrato una cura farmacologica appropriata per questo.
Ma il tempo passava e Phoebe non si sentiva affatto meglio, il gonfiore e tutti gli altri disagi non accennavano a passare, anzi peggioravano, così l'adolescente si è ripresentata dal medico di famiglia che ha dichiarato: "sei incinta di 6 mesi!".
Fatto sta che la ragazza riteneva l'evento della gravidanza assolutamente improbabile ed infatti l'ecografia le ha dato ragione: purtroppo, però, il senso di sollievo per la gravidanza inesistente ha lasciato il posto alla tristezza, in quanto quei sintomi erano il campanello d'allarme che dentro di lei si stava, da mesi, sviluppando qualcosa, e non certo un bimbo, bensì un tumore ovarico...!

Phoebe è stata sottoposta ad un primo intervento, cui hanno fatto seguito tre mesi di chemioterapia; la massa tumorale si era ripresentata, però, e la ragazza ha dovuto subire un'isterectomia (asportazione dell'utero); pare che attualmente la 17enne inglese stia meglio anche se si è infranto per lei, così giovane e certo carica di sogni e speranze, la possibilità di poter avere un giorno dei figli suoi.

LA LIQUIRIZIA. UNA RADICE RICCA DI RISORSE, MOLTI BENEFICI E QUALCHE RISCHIO.

Aromatica, dolcificante, digestiva, depurativa, balsamica.

Protagonista della medicina popolare occidentale come di quella tradizionale asiatica. La liquirizia e' una delle piante piu' diffuse, apprezzate e variamente utilizzate in tutto il mondo. E anche, come si suol dire, da che mondo e' mondo: i primi indizi del suo impiego come erba medicamentosa risalgono alle farmacopee degli Egizi, degli Assiri e dei Babilonesi, mentre nel repertorio fitoterapico della medicina cinese e' presente, con un posto di primissimo piano, da circa 5000 anni. In Occidente e' nota sicuramente dai tempi delle culture ellenica e romana. Citata intorno al 400 a.c. da Ippocrate tra i principali rimedi per le malattie respiratorie, la pianta prende dal greco antico anche il nome scentifico del gruppo al quale appartiene: Glycyrrhiza, che e' la combinazione delle due parole "radice", in greco rhiza, e "dolce" in greco glycos. Il nonme identifica anche una delle piu' spiccate prerogative organolettiche della sua parte radicale, che gli e' conferita dal composto chimico in essa maggiormente rappresentato, la glicirrizina, dotata di un potere edulcorante cinquanta volte maggiore a quello dello zucchero.

L'uso della liquirizia a scopo medico si basa essenzialmente su una tradizione millenaria, anche se negli ultimi venti-trent'anni l'interesse per i suoi svariati fisiologici ha generato un gran numero di studi scentifici focalizzati sui relativi aspetti biochimici, farmacologici e tossicologici. La maggior parte di questi studi sono ricerche di laboratorio ma di recente hanno incominciato ad accumularsi anche sperimentazioni cliniche in pazienti. Sono veramente molte le applicazioni terapeutiche per le quali la liquirizia e sopratutto la glicirrizina e alcuni suoi derivati sintetici carbenoxolone, enoxolone, sono diventati oggetti di studio.

Wednesday, December 14, 2011

I pregiudizi verso chi soffre di malattie mentali

Capita molto spesso che la gente abbia forti pregiudizi nei confronti di determinate categorie di persone, come ad esempio i malati di mente, in particolare gli schizofrenici, spesso giudicati pericolosi.
Secondo l'OMS, i disturbi mentali sono ai primi posti come carico di sofferenza e di disabilità per la popolazione; in Italia, poco meno del 10% della popolazione soffre di uno dei disturbi mentali più diffusi (depressione e ansia).
Altri sintomi conosciuti dai più riguardano il comportamento alimentare o la dipendenza (da droghe, gioco d'azzardo...); vi sono poi i sintomi più difficili da capire, detti psicotici, tra i quali ci sono quelli strani ed evidenti ( allucinazioni, manie di persecuzione...) e quelli caratterizzati dalla tendenza all'isolamento e alla chiusura ai rapporti interpersonali.
Ovviamente, non è sufficiente che ci siano questi sintomi per dire che una persona ha un disturbo psichiatrico, perchè i sintomi devono manifestarsi per un certo tempo e essere associati tra loro.
Quando si parla di malattie mentali, ci si riferisce a un gruppo di disturbi mentali noti come sindromi schizofreniche, in cui sono presenti appunto i sintomi psicotici, in modo persistente nel tempo.
Le reazioni di diffidenza e paura sono umanamente comprensibili, ma in realtà gli studi in materia dimostrano che un intervento precoce può aiutare la persona ammalata a riprendere una vita (quasi) normale; i deliri e le allucinazioni possono essere "controllati" dai trattamenti farmacologici; attraverso interventi riabilitativi, la persona può essere aiutata a non isolarsi, ma a definire obiettivi realistici di vita; la famiglia è un alleato importantissimo e così pure le cooperative sociali, per mettere chi soffre di schizofrenia in condizione di reinserirsi gradualmente nella società.
Chi soffre di schizofrenia è pericoloso?
Il punto è che, nonostante gli schizofrenici spesso siano per lo più depressi e quindi miti, può accadere essi diventino violenti, cosa però meno frequente di quanto si pensi; ecco perchè qui subentra la tempestività e la serietà di interventi mirati e competenti, che seguano il soggetto malato in modo che non commetta azioni lesive nè nei confronti degli altri nè, cosa molto frequente, verso se stesso, attraverso il suicidio in particolare.

Monday, December 12, 2011

SLA: BIOMARKER NEL SANGUE

La Dottoressa Valentina Bonetto, ricercatrice presso Thelethon Dulbecco e  collaboratrice presso l' Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, rivela la nuova scoperta sulla SLA. Con un prelievo di sangue si potrà diagnosticare la sclerosi laterale amiotrofica ed anche la capacità di reagire alla terapia sperimentale.
La Sla o anche morbo di Lou Gehrig è una malattia degenerativa e progressiva del sistema nervoso, che colpisce selettivamenti "i neuroni di moto" sia centrali sia periferici a livello del tronco encefalico e del midollo spinale.
Ancora oggi non esistono test specifici per diagnosticare in maniera precoce questa grave malattia e le cause della SLA sono ancora sconosciute. Si sa che è una malattia multifattoriale, ovvero causata dal concorso di più circostanze. La Bonetto spiega che "Per la prima volta sono state analizzate e messe a confronto le proteine espresse dalle cellule del sangue di individui sani, malati di SLA e altri pazienti con neuropatie caratterizzate da sintomi simili: abbiamo così identificato delle proteine i cui livelli sono alterati in maniera specifica solo in caso di Sla e, in parte, in correlazione con la progressione della malattia. Non solo: nel modello animale della patologia i livelli di alcune di queste proteine risultano alterati già prima dell'esordio dei sintomi. Questo ci fa pensare che la valutazione di tali "biomarcatori" possa essere sfruttata per diagnosticare precocemente la malattia anche nell'uomo".
Questi risultati derivano dalla collaborazione dei neurologi Massimo Corbo, del Centro clinico Nemo di Milano, e di Gabriele Mora, della Fondazione Salvatore Maugeri di Milano.
La ricercatrice dell'Istituto Mario Negri Caterina Bendotti aggiunge che "il monitoraggio dell'evoluzione della Sla grazie al dosaggio di proteine presenti nel sangue può rappresentare un metodo veloce e oggettivo per valutare l'efficacia di trattamenti sperimentali in ambito clinico"
Oggi non esiste alcun test o procedura per confermare la diagnosi, a cui si perviene solo attraverso un attento esame clinico, ripetuto nel tempo da parte di un neurologo, seguito dall'esclusione di altre patologie.
Al momento non esiste una terapia capace di guarire la sclerosi laterale amiotrofica.
Generalmente si ammalano di SLA individui adulti di età superiore ai 20 anni di entrambi i sessi. I sintomi iniziali sono talmente impercettibili che spesso sono ignorati e variano da persona a persona; comune a tutti è la progressiva perdita di forza che può interessare tutti i movimenti volontari, in particolare i muscoli delle mani o dei piedi o delle braccia e/o delle gambe. Altre manifestazioni possono essere la difficoltà nel parlare, nel masticare, nel deglutire.

Saturday, December 10, 2011

La comunicazione tra farmacista e pubblico: " la qualità del servizio"

Attualmente l'industria farmaceutica è una delle più sviluppate ed importanti al mondo,un settore in continua crescita.Il farmaco dal greco farmacos -veleno è fondamentale per la guarigione e va assunto secondo prescrizione medica o consigliato dal farmacista, e non per sentito dire perchè ogni paziente ha una sua storia clinica, inoltre i farmaci hanno delle controindicazioni,che vanno attentamente valutate quindi è necessaria la massima informazione prima di somministrarlo.Sin da principio la figura del farmacista è sempre stata di massimo rispetto e fiducia per la popolazione. Il dottore in farmacia deve essere molto preparato e possibilmente essere dotato di empatia con il cliente,che bisognoso di cure tende a cercare ausilio e rassicurazione, indipendemente da fattori come età e status sociale.Oggi le farmacie hanno un'ottimo livello di qualità in quanto sono divenute non solo luoghi in cui acquistare medicine ma anche attrezzate con strumenti medici di base per effettuare delle analisi cliniche , attraverso dei  prelievi e lo sfigmomanometro per il controllo della pressione arteriosa, che permettono al cliente di trovarsi in un ambiente consono ad ottenere risposte sempre più specifiche e dettagliate, riguardo alla salute. Inoltre si possono comprare prodotti di vario tipo, dagli alimentari ai generi cosmetici che garantiscono una certa sicurezza in più, rispetto a quelli venduti in altri negozi, in quanto  realizzati rispettando criteri sanitari. Alcune sono persino dotate di medici specialisti in varie discipline che una volta alla settimana affiancano i farmacisti.Questo sistema mi ha permesso quando stavo male per dei sintomi di allergia di verificarli e curarli, inizialmente con un'analisi nella stessa farmacia, la quale successivamente mi ha indirizzata verso controlli più approfonditi in strutture adibite alla funzione, in quel caso l'aiuto ricevuto in farmacia è stato utile.Immaginandomi nel futuro vorrei ampliare le competenze dei farmacisti e dei servizi forniti, rendendo la farmacia un luogo sempre più attrezzato e specializzato, in modo da garantire al cliente la massima efficienza e soddisfazione. Un posto nel quale egli possa sentirsi accolto, ascoltato e aiutato con la massima professionalità a risolvere i suoi problemi con analisi e farmaci mirati.

Informazione bioetica, qual è il ruolo che dovrebbero svolgere i media?

La scienza della medicina sta progredendo ed avanzando molto velocemente, soprattutto negli ultimi cinquant'anni.
 Questo ha permesso all'essere umano, di prevenire e curare le malattie e di conseguenza modificare in parte i meccanismi naturali. Una volta si poteva perire per un'influenza,oggi ci sono le vaccinazioni, gli antibiotici, e macchine che sono in grado di mantenere in vita una persona. La tecnologia sta cambiando radicalmente il nostro modo di vivere e di curarci, talvolta in modo eccessivo e qui interviene la Bioetica, cercando di interrogarsi sugli aspetti non solo tecnologici e sperimentali della medicina ma anche su questioni morali, umane. Viviamo in una società in cui c'è il culto della giovinezza, della perfezione, ed è possibile "ritoccarsi" e curarsi anche da giovani, la morte è temuta e allontanata concettualmente, medicina e chirurgia estetica,industria farmaceutica anti-age sono settori molto quotati.Penso che i media dovrebbero tenere in costante aggiornamento la poplazione su tutte le possibilità che la medicina e la Bioetica mettono a disposizione su un argomento così complesso come la fine della vita, che riguarda tutti gli esseri umani. In qualche modo non dovrebbero presentare la vecchiaia e la morte come "nemici"da cui sfuggire a tutti i costi attraverso ogni mezzo, a prescindere dal fatto che il trattamento faccia  bene o meno,che sia dignitoso, che sia umano. Sarebbe necessario veicolare un messaggio al di là di credenze e preconcetti di natura idelogica, religiosa, culturale ma solo con lo scopo di mettere l'inviduo in condizioni di vivere e morire in modo dignitoso ed avere il libero arbitrio sulla propria vita e morte(vedi testamento biologico che in Italia è stato duramente contestato). A questo proposito abbiamo recentemente assistito alle tragiche vicende di Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro, in cui l'opinione medica e pubblica erano esattamente spaccate a metà. Nascere e vivere è naturale ed è un diritto , così dovrebbe essere anche per quanto concerne la morte. Sono assolutamente favorevole allo sviluppo della scienza e delle tecnologie che possono aiutare l'essere umano, ma a volte continuare a sopravvivere per mezzo di un macchinario potrebbe soltanto prolungare la propria agonia.

 Dunque è etico far sopravvivere una persona,in determinate condizioni?
 questa è la domanda cruciale, alla quale i media dovrebbero rispondere con un'adeguata e dettagliata informazione, in modo tale da consentire alla gente di costruirsi successivamente un'opione autonoma ed edificante.
 

Sunday, December 4, 2011

Ogm: in Francia via libera al Mais Monsanto 810

Dall'Italia alla Francia si ritorna a discutere di Ogm, organismi geneticamente modificati, e dei loro eventuali pericoli per la salute. Dopo le aperture del neo ministro dell'Ambiente italiano, Corrado Clini, arriva dalla Francia il via libera alla coltivazione di mais Monsanto 810, un mais transgenico noto per essere resistente alla piralide, insetto della famiglia dei lepidotteri che attacca questo tipo di culture.

Si tratta di una decisione del Consiglio di Stato transalpino, il quale ha annullato i decreti del ministero dell'Agricoltura e della Pesca che aveva vietato la commercializzazione di questa tipologia di mais. Una posizione non legittima per il Consiglio di Stato che ha rilevato una incompatibilità con le scelte della Comunità Europea in merito. Il divieto sarebbe stato giustificabile solo in presenza di accertati rischi gravi per la salute della popolazione. Le direttive comunitarie sono comunque una fonte di diritto superiore alla legislazione interna.

I francesi sono comunque scettici. A pochi giorni dalla decisione del Consiglio di Stato, un sondaggio dell'istituto di ricerche Ifop testimonia come i due/terzi dei cittadini francesi siano di fatto spaventati dalla possibile presenza di Ogm nei loro piatti. Il 65% degli intervistati si è detto "preoccupato" dalla diffusione degli Ogm, addirittura "molto preoccupato" il 27% del campione. Complessivamente, le maggiori preoccuppazioni sono espresse dalle donne e nella fascia di età tra i 35 e i 49 anni. L'80% degli intervistati si è detto contrario alla diffusione di piantagioni Ogm sul territorio francese. L'inchiesta è stata realizzata per telefono, tra l'1 e il 2 dicembre, su un campione di olre mile persone, rappresentativo della popolazione francese maggiorenne

Mucca Pazza: ritornano le farine animali?


Una decisione che fa discutere la Francia ma che potrebbe avere ripercussioni in tutta Europa. Il Consiglio nazionale dell'alimentazione, organo consultivo del ministero della Salute, ha dato un parere favorevole alla proposta della Commissione europea riguardante la reintroduzione delle farine animali nell'allevamento di volatili, suini e pesce. Ricordiamo che le farine animali furono la principale causa del cosiddetto morbo della mucca pazza, una malattia neurologica degenerativa che a metà degli anni '90 portò all'abbattimento di migliaia di bovini e nella sua variante umana causò la morte di più di 200 persone in tutta Europa.

Si tratterebbe di una reintroduzione parziale che riguarderebbe una differente tipologia di farine animali, denominate PAT, Proteine Animali Trasformate. Il CNA assicura che le nuove farine saranno prodotte soltanto a partire da carcasse di animali sani e adatti al consumo da parte dell'uomo. Il morbo fu causato dall'utilizzo di carcasse di animali malati per la produzione delle farine.

Di fatto, i consumatori in Europa già mangerebbero carne derivante da animali allevati con farine animali, in particolare quella proveniente dal Sud America. Dunque, il divieto in vigore dal 2001 sarebbe già stato aggirato. Tanto vale - questa l'argomentazione del CNA - reintrodurre le farine animali seguendo una filiera produttiva sicura in patria. Inoltre, la reintroduzione di questo tipo di mangimi sotituirebbe un grosso risparmio per gli allevatori, rendendoli quindi acora più competetivi. Insomma, consentirebbe alla carne francese di resistere alla concorrenza della carne latinoamericana. Ancora non è stata definita una data certa per la reintroduzione. Ma il dibattito è aperto anche perché i critici hanno già notato come le aziende produduttrici di farine animali per pollame o suini siano in molti casi le stesse che producono mangimi per bovini. Il rischio di contaminazione è quindi alto.

Saturday, December 3, 2011

Rughe addio con in tavola cibi ricchi di antiossidanti



Oggi rughe, macchie di invecchiamento si possono contrastare su
un duplice fronte con la varietà di creme antirughe ma anche con l’alimentazione che oltre
a portare benefici estetici migliora in generale la salute: la regola prima da
osservare è fare attività fisica, eliminare il fumo,
aumentare il consumo di cibi
ricchi di antiossidanti.
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che la frutta colorata e
acidula quale fragole, mirtilli, prugne
e vegetali con foglie verde scuro broccoli,i carciofi, spinaci e cardi contengono sostanze che contrastando i segni
dell’invecchiamento possono pertanto definirsi
antirughe a tutti gli effetti.
Inoltre è
raccomandato il consumo di cerali integrali e legumi, poca carne molto
pesce!
Molti di
questi alimenti hanno un potente effetto antiossidante aiutano l’organismo a
difendersi dai radicali liberi, prodotti
di scarto dell’invecchiamento cellulare, responsabili della formazione delle
rughe.
La
capacità di questi alimenti dell’effetto di catturare i radicali liberi e
proteggere le cellule dallo stress ossidativi è stata misurata in modo scientifico con una unità di misura ad hoc che è l’ Orac ( Oxigen Radical Absorbance
Capacity) ossia la capacità di assorbimento dei radicali dell’ossigeno per proteggere le cellule dall’invecchiamento
o meglio stress ossidativo.
E’
consigliabile assumerne almeno 2000 Orac al giorno per contrastare efficacemente l’invecchiamento e rappresenta un obiettivo facilmente raggiungibile, alla portata di tutti, se si
pensa che un carciofo contiene 9828 orac,1
tazza di mirtilli 3480 orac, 1 melanzana 2796 orac, spinaci cotti 1 tazza 2042
orac, 1 pera 3000 orac ecc..
Via libera
quindi ai cerali integrali perché è stato dimostrato che le vitamine C ed
E contenute nel grano integrale sono insieme ad antiossidanti quali il
selenio ed i carotenoidi sono 50 volte più efficaci se assunti da sole e i
legumi, ricchi di saponine composti del glucosio, rendono turgida la pelle.
Grazie all’osservazione di poche regole frutta e
verdura colorata, poca carne, molto pesce il tutto condito con olii vegetali in
primis l’olio d’oliva e l’utilizzo di spezie come la salvia, il timo, l’origano,
il peperoncino e il curcuma in quantità per insaporire avremmo infinite combinazioni
di ricette antirughe, la nostra
pelle ce ne sarà grata.

Thursday, December 1, 2011

Il caso della donna di 30 anni che dimostra 9 mesi

Il sogno di ogni mamma possiamo dire che è quello di veder crescere il proprio figlio, vederlo maturare e senz'altro far carriera nella vita.
Delle volte però può capitare che guardando una vecchia fotografia ritornano in mente i vecchi ricordi di quando il nostro piccino era piccolo e indifeso.
E se magari il nostro bambino restasse sempre un neonato?
Bhè in una terra lontana dalla nostra è successo proprio questo e la protagonista in questione è una donna di 30 anni che dimostra solo 9 mesi, sia mentalmente che fisicamente.
Eh si proprio così.
Questa signora nata appunto nel 1981 soffre di gravissimi problemi alla tiroide...dei problemi che si è portata fin dalla nascita e che gli hanno impedito al corpo e al cervello di svilupparsi.
Sembra appunto che la famigerata donna di 30 anni, sia arrivata alla sua età con il corpo di una bambina di nove mesi e tutto questo gli provoca appunto varie complicanze, dal non poter camminare al non poter pronunciare determinate parole.
Secondo alcuni medici, se la "bambina" fosse stata curata fin dalla nascita, a quest'ora non si troverebbe in queste condizioni, ma si sa purtroppo che in una paese sottosviluppato come il suo e con la povertà che girava in quei periodi, i soldi necessari per un'adeguata cura purtroppo non c'erano.
La mamma però, nonostante il grave handicap che la figlia di porta, parla di lei come se fosse un dono venuto dal cielo e perciò non se ne preoccupa minimamente.


Wednesday, November 30, 2011

L' Iperico e la cure naturali

L'Iperico, detto anche Erba di San Giovanni, Erba del Diavolo o Scacciadiavoli, è una pianta erbacea perenne alta fino a un metro di altezza. Le foglie sono di forma ovale o ellittica e gradatamente più piccole e ristrette. I fiori hanno cinque sepali e cinque petali gialli, con bordo di colore nero.
Si trova generalmente nei terreni abbandonati e asciutti fino a 1600 metri di altitudine.
Le parti che vengono usate sono le sommità fiorite; la pianta fiorisce dalla tarda primavera a tutta l'estate e la raccolta migliore (tempo balsamico)  è intorno al 21 Giugno. Viene utilizzato fresco per uso esterno oppure essiccato all'ombra per usi interni.
L'Iperico è considerato il rimedio per eccellenza di tutte le lesioni della cute, delle ustioni ma anche di piaghe e ferite; cura gli stati di depressione, avendo azione rasserenante (gli effetti si manifestano dopo 2/3 settimane), utile contro il malumore, depressione, ansia e agitazione nervosa. E' bene comunque proteggersi dal sole, soprattutto se vengono assunte alte dosi di prodotto.
Viene usato come infuso e tintura per sedare la tosse; frizioni con olio di iperico sono utili contro la sciatica, artrite e reumatismi. I lavaggi con il decotto di Iperico servono contro le infiammazioni della pelle; inoltre, aggiunto all'acqua del bagno, ha un effetto tonificante e nutriente.
L'Iperico è un ottimo antivirale e alza le difese immunitarie; utili se si soffre di insonnia, allevia le nevralgie croniche ed è efficace contro la diarrea e nei crampi mestruali. Ha proprietà antisettiche, astringenti, cicatrizzanti, sedative, vermifughe e diuretiche.
Attenzione!!! Il sovraddosaggio è dannoso, potrebbe provocare fotosensibilizzazione, soprattutto per chi ha la carnagione chiara. E' controindicata in anziani ipertesi, con malattie cardiovascolari, in gravidanza e in concomitanza con l'assunzione di alcool, caffeina e determinati tipi di farmaci. Mi raccomando!!! Come per ogni disturbo, sempre meglio affidarsi al proprio medico di base.
L'olio di iperico viene applicato sulle piaghe provocate da ustioni: la cicatrizzazione avviene molto rapidamente. Contrasta inoltre gli effetti ustionanti dei raggi solari, proteggendo i capillari. E' quindi un buonissimo abbronzante della pelle e uno dei più efficaci doposole.
In caso di dolore è efficace immediatamente, è antisettico per foruncoli e brufoli.
In cosmesi è utilizzato per pelli secche e screpolate e in prodotti per capelli grassi e devitalizzati.
A differenza di altre piante l'Iperico non è adatto per usi culinari.


CENNI STORICI
Storicamente il suo nome deriva dal greco Hyper-eikon, ovvero pianta che cresce sulle vecchie statue.
Per i greci il suo nome significherebbe “al di sopra del mondo degli Inferi”.
Nota anche come erba Scaccia Diavoli per la sua capacità di cacciare gli spiriti maligni e i fantasmi: anticamente lo si appendeva sopra l'immagine sacra per allontanare i demoni del male. In molti paesi europei nella notte di S. Giovanni c’era l’usanza di danzare attorno al fuoco, cingendosi il capo con le sue fronde; una volta spenti i fuochi, le gettavano sui tetti delle case, per preservarle dai fulmini.

Tuesday, November 29, 2011

Pelle secca: è bene averne cura!

E' molto probabile che in questa stagione fredda la nostra pelle sia più secca del solito; se poi, essa lo è già per natura, la situazione "peggiora", ed è così che ce la ritroviamo irritata, arrossata, screpolata.
Sappiamo quanto sia importante la funzione della pelle: essa è a diretto contatto con gli agenti esterni e da essi ci protegge; ma spesso, a metterne a rischio il ph (che si mantiene tra il 4.2 e il 5.6) siamo proprio noi e lo facciamo praticamente ogni giorno, con un "mezzo" che per la nostra igiene quotidiana è diventato praticamente indispensabile: il sapone!
Eh sì, il sapone è un nemico della nostra epidermide ed è per questo che dobbiamo adottare delle piccole "strategie" per farla soffrire il meno possibile...!
Ci sono essenzialmente due cause della secchezza della pelle:
  • mancanza di acqua: in questo caso avrà pori molto sottili, con un aspetto avvizzito;
  • priva o quasi di "mantello lipidico" che protegge dagli agenti ambientali.
Queste due cause a loro volta possono essere determinate dal fattore età (bambini e anziani), dall'esposizione eccessiva a sole, vento, freddo..., o all'uso di saponi aggressivi, dall'assunzione di medicinali, dal contatto con sostanze nocive, da malattie della pelle o ancora da cambiamenti e disturbi a livello ormonale e del metabolismo.
La nostra pelle è delicata e deve essere trattata con altrettanta delicatezza da noi stessi, attraverso l'impiego di detergenti e bagnoschiuma non aggressivi, profumati e schiumogeni, bensì di prodotti delicati che rispettino il ph e il film idrolipidico; è opportuno inoltre usare anche creme e olii che la nutrano.
Anche l'alimentazione ha il suo peso: diamo spazio ad alimenti ricchi di acqua e antiossidanti, quali pomodori, mele, nonché gli acidi grassi omega 3 e 6 (pesce grasso, frutta secca...) e soprattutto... bere, bere, bere (otto bicchieri di acqua al giorno!).....

Il lavoro... che fonte di stress continua! Ecco consigli e cibi per “trasformare l'acqua in vino”

Il lavoro non mi piace – non piace a nessuno – ma mi piace quello che c'è nel lavoro: la possibilità di trovare se stessi. La propria realtà – per se stesso, non per gli altri – ciò che nessun altro potrà mai conoscere.
(Joseph Conrad)

Tutti lo vogliamo... tutti ne abbiamo bisogno... e poi tutti ci lamentiamo. Di cosa stiamo parlando? Del lavoro ovviamente.

Non esistono persone completamente appagate dal proprio impiego, inutile cercare la ricetta perfetta, il luogo più adatto a noi, perchè la verità si nasconde nell'essenza primordiale di ogni essere umano: la continua ricerca della perfezione assoluta cioè qualcosa che non esiste e mai sarà possibile.

Se da un lato, però, la soluzione sembra essere “chi si accontenta gode”... è anche vero che si puo' sempre stare meglio. Ma come?

In ogni azienda, che sia un ufficio, una fabbrica o un negozio, in sostanza, tutto ruota attorno ai livelli di stress di ognuno di noi. Perciò è questo il punto su cui bisogna focalizzarsi.

Già perchè tutto si può imparare, e molto più velocemente e facilmente se si ha a che fare con persone in grado di gestire in modo ottimale la tensione.

Ma... come fare se è proprio il lavoro ad originarla?

Eh già. Una recente statistica dice che siamo ben in 9 milioni in Italia a soffrirne: il 41% della popolazione, nell UE ben più di 40 milioni di lavoratori: insomma... una pandemia.

Le cause sono da individuarsi principalmente in fattori quali il precariato, la crisi, la paura di perdere il posto e i cattivi rapporti con capi o colleghi.

Lo stress si manifesta attraverso un disagio che può essere, a seconda delle persone, fisico o psicologico; infatti tutti possiamo stare male per lo stesso problema, ma la reazione è diversa per ognuno di noi. C'è addirittura chi, a causa dei problemi sul lavoro, si affida all'uso di sostanze stupefacenti per “tirare avanti”. Non solo, un recente sondaggio ci illustra come per i lavoratori precari ci sia un aumento del 50% del rischio di contrarre malattie cardiovascolari, questo in aggiunta ai disturbi gastrointestinali, agli stati depressivi e alle ansie generalizzate.

Niente paura. Ogni azienda con a capo persone intelligenti sa che la salvaguardia della salute del lavoratore è fondamentale, perchè lo stress diminuisce il rendimento.

Fondamentale però è anche un'autoanalisi psicologica attenta. Perciò ecco alcune linee guida:

  • individuare le cause del malessere

  • analizzarle con occhio critico

  • confrontatevi con il vostro manager

  • trovate un compromesso

Detto ciò, non abbattetevi: respingete i pensieri negativi e ricordatevi di condurre uno stile di vita sano.

Concedete alla vostra mente e al vostro corpo momenti di relax: è inutile ostinarsi nel tentare di produrre quando il vostro cervello non ne può più. Alzatevi e... prendete un caffè, oppure fate una passeggiata. Ricordate di cercare ogni tanto qualche nuovo stimolo, già perchè la routine è controproducente. Altra cosa fondamentale: non trascurate la vita sociale. Coltivare affetti, hobby, passioni al di là del lavoro rende la vita in azienda maggiormente appagante per tutti quanti e contribuisce alla crescita intellettiva di ognuno di noi.

Per concludere ricordiamoci che sì, il lavoro è importante, ma non ne facciamo una malattia che c'è sempre di peggio nella vita! Facciamo un profondo respiro e ...mangiamoci su. Ecco quindi i cibi giusti che combattono lo stress:

  • Pane integrale: per affrontare la giornata al massimo abbiamo bisogno dei carboidrati che ci donino energia, ma meglio se a rilascio lento come quelli presenti nel pane integrale e in generale nei cereali.

  • Banane e avocado: preziose fonti di potassio, un minerale utile per tenere la pressione sanguigna sotto controllo.

  • Arance: l’elevato contenuto di Vitamina C delle arance protegge e rinforza il sistema immunitario e tiene sotto controllo pressione del sangue e livelli di colesterolo.

  • Aglio: ha proprietà anti ipertensive.

  • Spinaci: una fonte naturale di magnesio per mantenere i nervi saldi e prevenire emicranie e mal di testa.

  • Castagne e noci: ricche di selenio contrastano la comparsa di sintomi depressivi e sono potenti antiossidanti.

  • Salmone: contiene, come il pesce in generale, gli acidi grassi polinsaturi omega-3, preziosissimi per la salute del cuore e dell’apparato cardiocircolatorio.

  • Olio d'oliva: l'ideale per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Va assunto già dalla prima colazione, inoltre, un uso costante e adeguato può portare a positivi cambiamenti nell’attività del sistema immunitario.

Buon appetito!

Saturday, November 26, 2011

La risata elisir di lunga vita



La risata soprattutto se fatta in compagnia migliora il sistema circolatorio
addirittura abbassa la soglia del dolore e rafforza il sistema
immunitario
Gli antichi già conoscevano il potere benefico del ridere, non a caso i
maestri di scuola tibetana ridono e fanno ridere i loro allievi.
Per il buddismo Zen quindici minuti
di risate equivalgono a sei ore di meditazione,
mentre nella medicina
tradizionale cinese, lo Xiao (il ridere ) è la corrispondenza del suono al
meridiano principale del cuore il cui movimento psichico è la gioia.
Uno studio condotto dall’Università Maryland negli Usa
ha dimostra che guardando un film
comico fa bene al sistema circolatorio, infatti
ai volontari che si stavano guardando il film comico sono stati
riscontrati vasi sanguigni
allargati mentre i volontari che vedevano un film di
guerra hanno avuto un effetto vasocostrittore dei vasi sanguigni.
La risata fa bene al cuore.
Alla stessa conclusione è giunta
anche l’ Università di Oxford in Gran
Bretagna la quale sostiene che 15 minuti
di risata sono in grado di abbassare la soglia di dolore.
E’ stato dimostrato che i volontari
che seguivano un programma comico
piacevole riuscivano a mantenere una posizione
scomoda più a lungo rispetto chi guardava
un documentario o una partita.
A proteggerci dalla sensazione di dolore è il movimento involontario e
ripetuto di espirazione senza “
inspirazione “ prerogativa questo solo degli esseri umani
Altri studi sulla risata confermano
che i benefici di una risata rallentano la progressione dell’arteriosclerosi;
La psicologa dott.ssa Karen Matthews dell’Università di Pittsburgh
(Pennsylvania, USA), tenendo sotto
osservazione per tre anni 209 donne sane in situazione di post-menopausa, ha
riscontrato che le più ottimiste avevano
un ispessimento delle arterie carotidee minore che nelle donne pessimiste.
Inoltre l’aumento degli scambi polmonari che avvengono tramite la
respirazione tende ad abbassare il tasso di grasso nel sangue con il
conseguente beneficio sul colesterolo.
Si può a ragione affermare, che il riso
ha un ruolo di prevenzione dell’arteriosclerosi,
dei problemi e della pressione alta.
Ma cosa accade a livello fisico quando si ride?
La risata stimola la produzione di
quegli ormoni, quali l’adrenalina e la dopamina, che hanno il compito di
liberare le nostre morfine naturali:endorfine,
encefaline e simili.
Le endorfine
provocano una diminuzione del dolore e della tensione, permettendo il raggiungimento di uno stato di rilassamento e serenità.
Le encefaline esaltano il
sistema immunitario stimolando una maggiore produzione di
anticorpi, infatti è stato , riscontrato un netto incremento di molti parametri
neuroimmunologici dopo l’esposizione a situazioni umoristiche.
Vero è che di solito è difficile
ridere da soli, in genere è sempre un evento che provoca
una risata, ma la risata che fa veramente bene è quella fatta in compagnia.



I cachi: un frutto indispensabile in questo periodo!

Con i primi freddi, è facile che ci si indebolisca un pò nel fisico e si accusino i primi sintomi di astenia, debolezza: c'è bisogno quindi che diamo ascolto ed attenzione ai "segnali" che il nostro corpo ci invia e che cerchiamo di fare qualcosa per prevenire malesseri che, per quanto non gravi, possono comunque condizionarci nelle nostre attività quotidiane, che sia lo studio o il lavoro, dentro e/o fuori casa.
Come sempre dico, "la natura viene in aiuto" e ci offre, in questo caso attraverso i frutti di stagione, un valido "medicinale" per combattere in modo naturale alcuni problemi; oggi parlerò dei cachi.
Questo frutto, tipico di questa stagione tardo autunnale, con i suoi colori caldi, è ricco di principi nutritivi assolutamente indispensabili per coloro che, per il proprio stile di vita o per età, hanno bisogno del giusto e quotidiano apporto di calorie ed energia.
I cachi sono ricchi di vitamine A, C e K, di zuccheri, di proteine e di potassio, calcio, fosforo e selenio; quando è ancora acerbo, contiene tannino, che dà quel caratteristico sapore astringente (il frutto un po' più acerbo è ideale per coloro che hanno problemi di colite).
Proprio perchè calorico, è consigliato ai bambini, agli anziani (del resto, essendo morbidissimo, lo possono mangiare molto facilmente) , a chi fa sport e alle persone che, dopo una malattia debilitante, stanno in fase di convalescenza.
Per le stesse ragioni, non è da consigliare - non il loro "abuso", quanto meno - a coloro che hanno problemi di sovrappeso, di diabete o disturbi di digestione.
Ma vediamo a cosa possono far bene, i cachi:
  • hanno una funzione emolliente, rinfrescante, che regola le funzioni intestinali, depurativa, infatti agisce sulla funzionalità del fegato;
  • sono efficaci dal punto di vista diuretico, perchè stimolano il nostro organismo a espellere i liquidi in eccesso; la loro polpa morbida inoltre ha proprietà lassative;
  • essendo ricco di pectina, questo frutto contribuisce a ridurre il livello di colesterolo nel sangue;
  • la presenza rilevante di zuccheri è importante per il sistema cardiocircolatorio.
Insomma, questo "frutto degli dèi" (come lo chiamavano i popoli antichi), consumato preferibilmente a colazione o a merenda, è davvero consigliato in questo periodo in cui, a causa delle basse temperature e dei virus che "gironzolano" con cattivi propositi nell'aria, è molto facile cadere vittima di raffreddamenti...!

Wednesday, November 23, 2011

Girovita ok=ok salute



L’attenzione
sul girovita e la sua stretta relazione con
il rischio d’infarto ed ictus è al centro della ricerca presentata al Canadian Cardiovascular
Congrees 2011.
Per capire se siamo grassi “dentro” occorre
misurare il girovita.
I ricercatori
dell’istituto di Cardiologia del Quebec analizzando un campione di duecento
giovani di età tra i diciotto e i trentacinque anni, metà maschi e metà femmine,
con assenza di qualsiasi fattore di rischio classico (cardiovascolare
colesterolo, pressione alta, diabete, fumo) ne hanno misurato
l’indice di massa corporea e del giro vita e, attraverso la risonanza
magnetica, la presenza di aterosclerosi a livello delle carotidi, le vene che
portano sangue al cervello, hanno inoltre quantificato con precisione il grasso sottocutaneo e quello
viscerale che copre addome e torace. Dallo studio
condotto è emerso che nei giovani che si sono sottoposti
volontariamente allo studio i primi
segni di aterosclerosi soprattutto quelli che presentavano maggior grasso
viscerale.
La ricerca
ha portato ha portato alla conclusione
che, considerato che dal momento che il dato più preoccupante è che non si tratta di persone
obese né con una massa corporea
preoccupante, è necessario andare al di là dei semplici i parametri e
valutare piuttosto il grasso ” nascosto”
perché è proprio chi ne ha maggior quantità che ha più segni di aterosclerosi
ed è il
più esposto al rischio di infarto ed ictus.
Ma come si fa
a riconoscere il grasso sottocutaneo e
il grasso viscerale; il primo è noto basta mettersi allo specchio prendere
la pelle con due dita per individuare i rotolini di grasso di troppo, il
secondo, il grasso viscerale il più
insidioso come si misura?
Il cardiologo
Eric Larose coordinatore della ricerca sostiene che si misura la circonferenza
vita con un semplice metro da sarto e
tale misura è indicativa del maggior deposito di grasso viscerale e quindi di aterosclerosi precoce inoltre sottolinea che la misura del girovita è precisa tanto quanto la risonanza magnetica
nell’indicare chi ha il grasso ” nascosto”indipendente dall’indice di massa
corporea.
I valori limite sono pari a 102 centimetri
negli uomini e 88 centimetri nelle
donne.
Attenzione quindi anche chi è normopeso, se ha un po’ di pancetta, deve mettersi in allarme o ai giovani con un girovita “largo” parola d’ordine migliorare lo stile di vita.

Monday, November 21, 2011

Psicologia: quando la crescita fa sparire un problema...

Quanto è complessa la mente umana...!
E' probabilmente una riflessione che spesso ci sarà capitato di fare, in svariate circostanze; inutile dire quanto sia vera questa riflessione, anche se generica.
Ma la nostra psiche, nella sua complessità, porta in sè una tale ricchezza di risorse da farci restare affascinati...!

Voglio raccontarvi una breve storia, che ha come protagonista un adolescente di circa 14 anni, che chiameremo Alessio.
Alessio è attualmente un ragazzo sano e sereno, ma da piccolo ha avuto qualche problema a livello psicomotorio; fino a tre anni, usava mani e braccia normalmente, senza alcun problema, ma da questa età in poi - fino appunto ai 14 anni - iniziò a manifestare inspiegabilmente disturbi psicomotori, infatti non riusciva ad utilizzare agevolmente la mano e il braccio destro né in casa né a scuola, pur non essendo affatto mancino.
Pur essendosi sottoposto a varie visite neurologiche e sedute di psicomotricità - nonché a corsi di nuoto per permettergli lo sviluppo normale di entrambi gli arti - Alessio per molti anni ebbe questa anomalia..., che però regredì spontaneamente proprio con l'arrivo della famosa "età di mezzo": l'adolescenza.

Cos'era accaduto ad Alessio?
Parlando con i genitori in modo più approfondito, è emerso un episodio dell'infanzia che aiuta a capire il perchè del "rifiuto" che inconsciamente Alessio provava verso il proprio braccio (e mano) destro.
Quando aveva tre anni, Alessio, da figlio unico, si "ritrovò tra i piedi" un'inattesa e poco gradita sorellina...
Spinto dalla gelosia, un giorno prese una forchetta e ferì la neonata alla testa...., ricavandone una forte sgridata dal papà.
Da quel momento è scattato qualcosa nella testolina del bimbo: la mia mano e il mio braccio sono "cattivi", perchè con essi stavo per far molto male a mia sorella, quindi meglio limitarne il funzionamento!
Insomma, l'inconscio di Alessio aveva reagito al trauma maturando uno schema corporeo (una rappresentazione mentale interna di sè, che ognuno di noi ha) in cui il braccio destro era "categorizzato" come pericoloso, minaccioso, quindi da usare il meno possibile.
Ma, come spesso accade, la natura ci viene in aiuto, e l'inizio di una nuova fase della vita, con le proprie complesse e palesi trasformazioni fisiche e psichiche, che l'adolescenza porta con sè, hanno consentito ad Alessio di dare a se stesso e al proprio braccio destro nuove opportunità e maturare il pensiero che in lui si stava formando un modo di essere diverso, in cui anche il braccio cattivo smetteva di essere pericoloso...