I carabinieri di Torre del Greco a Napoli hanno arrestato 28 persone appartenenti ai clan camorristi Formicola, Mazzarella, Altamura, Rinaldi e Contini.
Associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, elusione delle norme in materia di prevenzione patrimoniale le accuse mosse a vario titolo agli arrestati.
Le indagini dei militari hanno accertato numerose estorsioni ai danni di imprenditori edili di Torre del Greco e fatto luce sui collegamenti operativi fra i vari clan camorristici.
Intanto lo smaltimento illegale dei rifiuti abbatte fino al 90% del costo l'operazione.
La stima della Guardia di Finanza è contenuta nel rapporto "Ecomafia globale" di Legambiente.
A differenza di qualche anno fa, spiega il vice Presidente Ciafani, i trafficanti internazionali di rifiuti esportano materiali tossici anche riutilizzabili.
Il traffico di rifiuti è un problema sempre più pressante, ha detto il ministro dell'Ambiente, Clini.
Mentre il presidente della commissione bicamerale d'inchiesta , Pecorella, propone di introdurre il reato specifico di traffico internazionale di rifiuti e di creare un corpo militare per combatterlo.
Bisogna fare qualcosa subito, la mafia, i clan camorristi non devono esistere, perchè fanno anche paura, e non si può vivere con la paura, visto che oramai siamo nel 2012.
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Saturday, December 17, 2011
Monday, December 12, 2011
Il metodo Sistri e le sue contraddizioni
Il metodo Sistri e le sue contraddizioni
Il metodo Sistri deve ancora entrare in vigore. Forse nei primi mesi del 2012. Eppure se ne parlava già nel 2009 con slittamenti, prima a settembre 2010 poi a dicembre dello stesso anno.
E ancora si protrae il ritardo tra comunicazioni ufficiose ed ufficiali e successive ritrazioni d’intenti.
Ma è davvero efficace questo metodo che dovrebbe sostituire il “vecchio” sistema cartaceo con la consegna ai mezzi di trasporto dei rifiuti di chiavette Usb e black box. Una soluzione informatica, istituita dal Ministero della Tutela del Territorio e del Mare e dal Ministero per l’Ambiente e con decreto ministeriale del 17 dicembre del 2009.
Il controllo e il monitoraggio di tutti gli spostamenti di rifiuti speciali (pericolosi e non pericolosi), in qualunque luogo d’Italia, sarà gestito dal Comando dei Carabinieri. Questo per rendere trasparente la tracciabilità dei carichi e riconoscibili quelli ad elevato rischio ambientale, in modo da capire dove avverrà il riversamento ed evitare così che gli scarichi avvengano in discariche non controllate, a cielo aperto, e per ridurre il fenomeno dilagante del deflusso in mare. Sono considerati rifiuti speciali: il vetro, i metalli il legno, la plastica, gli scarti di produzione, gli imballaggi, i toner delle stampanti e tanti altri ancora. È difficile solo a classificarli tutti e fare un distinguo tra quelli pericolosi e quelli che non lo sono. Ma i dubbi che sorgono sono i seguenti, come si possono rendere tracciabili tutte le imprese coinvolte nel trattamento dei rifiuti speciali, dato che il numero è sconfinato ed è difficile perfino quantificarlo? Molti studi tecnici dimostrano l’inattendibilità di un metodo che nelle sperimentazioni preliminari avrebbe fallito i test di efficacia. E allora che si fa? Abbiamo atteso tanto tempo per un metodo, definito da tutti altamente all’avanguardia, che è in grado di rintracciare qualunque carico illecito (rifiuti tossici non organici) per poi trovarci al punto di partenza. I rifiuti speciali sono davvero innumerevoli. Alcuni dicono che dietro questa tecnologia avanzata ci sia lo spettro di holding ecologiche di dubbia liceità. Dopo l’ultimo slittamento al 30 novembre scorso, il completamento delle consegne delle chiavette è previsto a febbraio 2012 e diventerà il suggello finale ad un metodo la cui validità ed efficacia suscita ancora perplessità.
Il metodo Sistri deve ancora entrare in vigore. Forse nei primi mesi del 2012. Eppure se ne parlava già nel 2009 con slittamenti, prima a settembre 2010 poi a dicembre dello stesso anno.
E ancora si protrae il ritardo tra comunicazioni ufficiose ed ufficiali e successive ritrazioni d’intenti.
Ma è davvero efficace questo metodo che dovrebbe sostituire il “vecchio” sistema cartaceo con la consegna ai mezzi di trasporto dei rifiuti di chiavette Usb e black box. Una soluzione informatica, istituita dal Ministero della Tutela del Territorio e del Mare e dal Ministero per l’Ambiente e con decreto ministeriale del 17 dicembre del 2009.
Il controllo e il monitoraggio di tutti gli spostamenti di rifiuti speciali (pericolosi e non pericolosi), in qualunque luogo d’Italia, sarà gestito dal Comando dei Carabinieri. Questo per rendere trasparente la tracciabilità dei carichi e riconoscibili quelli ad elevato rischio ambientale, in modo da capire dove avverrà il riversamento ed evitare così che gli scarichi avvengano in discariche non controllate, a cielo aperto, e per ridurre il fenomeno dilagante del deflusso in mare. Sono considerati rifiuti speciali: il vetro, i metalli il legno, la plastica, gli scarti di produzione, gli imballaggi, i toner delle stampanti e tanti altri ancora. È difficile solo a classificarli tutti e fare un distinguo tra quelli pericolosi e quelli che non lo sono. Ma i dubbi che sorgono sono i seguenti, come si possono rendere tracciabili tutte le imprese coinvolte nel trattamento dei rifiuti speciali, dato che il numero è sconfinato ed è difficile perfino quantificarlo? Molti studi tecnici dimostrano l’inattendibilità di un metodo che nelle sperimentazioni preliminari avrebbe fallito i test di efficacia. E allora che si fa? Abbiamo atteso tanto tempo per un metodo, definito da tutti altamente all’avanguardia, che è in grado di rintracciare qualunque carico illecito (rifiuti tossici non organici) per poi trovarci al punto di partenza. I rifiuti speciali sono davvero innumerevoli. Alcuni dicono che dietro questa tecnologia avanzata ci sia lo spettro di holding ecologiche di dubbia liceità. Dopo l’ultimo slittamento al 30 novembre scorso, il completamento delle consegne delle chiavette è previsto a febbraio 2012 e diventerà il suggello finale ad un metodo la cui validità ed efficacia suscita ancora perplessità.
Tuesday, December 6, 2011
Francia: il blitz di Greenpeace in un impianto nucleare
Solo due settimane fa uno studio dell'Istituto per la sicurezza nucleare doveva rasserenare i francesi. Le 58 centrali presenti sul territorio transalpino sono sicure, nessuna necessita di andare in pensione prima del tempo e le misure adottate sono valide. Sarà...
Per il momento tuttavia, non sembra molto difficile eludere il sistema dei controlli. Lo hanno dimostrato 8 attivisti di Greenpeace che questa notte sono entrati in un impianto a 95 km da Parigi. Alcuni di loro sono addirittura riusciti a salire sulla cupola di un reattore per stendere uno striscione con su scritto "Il nucleare sicuro non esiste". Insomma, un'altra azione spettacolare del gruppo ambientalista che anche stavolta ha saputo sfruttare la cassa di risonanza mediatica per la sua causa.
Secondo Greenpeace, il governo francese non tiene adeguatamente conto dei rischi già individuati in passato e non impara dalla lezione del disastro di Fukushima. Il governo ha di conseguenza alzato il livello di attenzione, e il ministro dell'Industria, intervenuto a France Info, ha promesso un'inchiesta per capire cosa non ha funzionato nel sistema di controllo.
Il dibattito sul nucleare è vivissimo in Francia. I due principali candidati all'Eliseo nelle elezioni presidenziali del prossimo anno sono entrambi favorevoli al mantenimento dell'industria nucleare. Nicolas Sarkozy continua a dire che gli impianti francesi sono i più sicuri al mondo e fa eco al presidente della Edf, Henry Proglio, che ha parlato di un milione di posti di lavoro a rischio se la Francia dovesse abbandonare il nucleare. François Hollande, timidamete, ha proposto di abbassare dall'attuale 75 al 50 entro il 2025, la percentuale di energia elettrica che il paese ottiene dalle centrali nucleari. Solo i Verdi, con la loro candidata Eva Joly, sono esplicitamente per il superamento di questa tecnologia e per un massiccio investimento nelle rinnovabili.
Per il momento tuttavia, non sembra molto difficile eludere il sistema dei controlli. Lo hanno dimostrato 8 attivisti di Greenpeace che questa notte sono entrati in un impianto a 95 km da Parigi. Alcuni di loro sono addirittura riusciti a salire sulla cupola di un reattore per stendere uno striscione con su scritto "Il nucleare sicuro non esiste". Insomma, un'altra azione spettacolare del gruppo ambientalista che anche stavolta ha saputo sfruttare la cassa di risonanza mediatica per la sua causa.
Secondo Greenpeace, il governo francese non tiene adeguatamente conto dei rischi già individuati in passato e non impara dalla lezione del disastro di Fukushima. Il governo ha di conseguenza alzato il livello di attenzione, e il ministro dell'Industria, intervenuto a France Info, ha promesso un'inchiesta per capire cosa non ha funzionato nel sistema di controllo.
Il dibattito sul nucleare è vivissimo in Francia. I due principali candidati all'Eliseo nelle elezioni presidenziali del prossimo anno sono entrambi favorevoli al mantenimento dell'industria nucleare. Nicolas Sarkozy continua a dire che gli impianti francesi sono i più sicuri al mondo e fa eco al presidente della Edf, Henry Proglio, che ha parlato di un milione di posti di lavoro a rischio se la Francia dovesse abbandonare il nucleare. François Hollande, timidamete, ha proposto di abbassare dall'attuale 75 al 50 entro il 2025, la percentuale di energia elettrica che il paese ottiene dalle centrali nucleari. Solo i Verdi, con la loro candidata Eva Joly, sono esplicitamente per il superamento di questa tecnologia e per un massiccio investimento nelle rinnovabili.
Sunday, December 4, 2011
Ogm: in Francia via libera al Mais Monsanto 810
Dall'Italia alla Francia si ritorna a discutere di Ogm, organismi geneticamente modificati, e dei loro eventuali pericoli per la salute. Dopo le aperture del neo ministro dell'Ambiente italiano, Corrado Clini, arriva dalla Francia il via libera alla coltivazione di mais Monsanto 810, un mais transgenico noto per essere resistente alla piralide, insetto della famiglia dei lepidotteri che attacca questo tipo di culture.
Si tratta di una decisione del Consiglio di Stato transalpino, il quale ha annullato i decreti del ministero dell'Agricoltura e della Pesca che aveva vietato la commercializzazione di questa tipologia di mais. Una posizione non legittima per il Consiglio di Stato che ha rilevato una incompatibilità con le scelte della Comunità Europea in merito. Il divieto sarebbe stato giustificabile solo in presenza di accertati rischi gravi per la salute della popolazione. Le direttive comunitarie sono comunque una fonte di diritto superiore alla legislazione interna.
I francesi sono comunque scettici. A pochi giorni dalla decisione del Consiglio di Stato, un sondaggio dell'istituto di ricerche Ifop testimonia come i due/terzi dei cittadini francesi siano di fatto spaventati dalla possibile presenza di Ogm nei loro piatti. Il 65% degli intervistati si è detto "preoccupato" dalla diffusione degli Ogm, addirittura "molto preoccupato" il 27% del campione. Complessivamente, le maggiori preoccuppazioni sono espresse dalle donne e nella fascia di età tra i 35 e i 49 anni. L'80% degli intervistati si è detto contrario alla diffusione di piantagioni Ogm sul territorio francese. L'inchiesta è stata realizzata per telefono, tra l'1 e il 2 dicembre, su un campione di olre mile persone, rappresentativo della popolazione francese maggiorenne
Si tratta di una decisione del Consiglio di Stato transalpino, il quale ha annullato i decreti del ministero dell'Agricoltura e della Pesca che aveva vietato la commercializzazione di questa tipologia di mais. Una posizione non legittima per il Consiglio di Stato che ha rilevato una incompatibilità con le scelte della Comunità Europea in merito. Il divieto sarebbe stato giustificabile solo in presenza di accertati rischi gravi per la salute della popolazione. Le direttive comunitarie sono comunque una fonte di diritto superiore alla legislazione interna.
I francesi sono comunque scettici. A pochi giorni dalla decisione del Consiglio di Stato, un sondaggio dell'istituto di ricerche Ifop testimonia come i due/terzi dei cittadini francesi siano di fatto spaventati dalla possibile presenza di Ogm nei loro piatti. Il 65% degli intervistati si è detto "preoccupato" dalla diffusione degli Ogm, addirittura "molto preoccupato" il 27% del campione. Complessivamente, le maggiori preoccuppazioni sono espresse dalle donne e nella fascia di età tra i 35 e i 49 anni. L'80% degli intervistati si è detto contrario alla diffusione di piantagioni Ogm sul territorio francese. L'inchiesta è stata realizzata per telefono, tra l'1 e il 2 dicembre, su un campione di olre mile persone, rappresentativo della popolazione francese maggiorenne
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Wednesday, November 30, 2011
L' Iperico e la cure naturali
L'Iperico, detto anche Erba di San Giovanni, Erba del Diavolo o Scacciadiavoli, è una pianta erbacea perenne alta fino a un metro di altezza. Le foglie sono di forma ovale o ellittica e gradatamente più piccole e ristrette. I fiori hanno cinque sepali e cinque petali gialli, con bordo di colore nero.
Si trova generalmente nei terreni abbandonati e asciutti fino a 1600 metri di altitudine.
Le parti che vengono usate sono le sommità fiorite; la pianta fiorisce dalla tarda primavera a tutta l'estate e la raccolta migliore (tempo balsamico) è intorno al 21 Giugno. Viene utilizzato fresco per uso esterno oppure essiccato all'ombra per usi interni.
L'Iperico è considerato il rimedio per eccellenza di tutte le lesioni della cute, delle ustioni ma anche di piaghe e ferite; cura gli stati di depressione, avendo azione rasserenante (gli effetti si manifestano dopo 2/3 settimane), utile contro il malumore, depressione, ansia e agitazione nervosa. E' bene comunque proteggersi dal sole, soprattutto se vengono assunte alte dosi di prodotto.
Viene usato come infuso e tintura per sedare la tosse; frizioni con olio di iperico sono utili contro la sciatica, artrite e reumatismi. I lavaggi con il decotto di Iperico servono contro le infiammazioni della pelle; inoltre, aggiunto all'acqua del bagno, ha un effetto tonificante e nutriente.
L'Iperico è un ottimo antivirale e alza le difese immunitarie; utili se si soffre di insonnia, allevia le nevralgie croniche ed è efficace contro la diarrea e nei crampi mestruali. Ha proprietà antisettiche, astringenti, cicatrizzanti, sedative, vermifughe e diuretiche.
Attenzione!!! Il sovraddosaggio è dannoso, potrebbe provocare fotosensibilizzazione, soprattutto per chi ha la carnagione chiara. E' controindicata in anziani ipertesi, con malattie cardiovascolari, in gravidanza e in concomitanza con l'assunzione di alcool, caffeina e determinati tipi di farmaci. Mi raccomando!!! Come per ogni disturbo, sempre meglio affidarsi al proprio medico di base.
L'olio di iperico viene applicato sulle piaghe provocate da ustioni: la cicatrizzazione avviene molto rapidamente. Contrasta inoltre gli effetti ustionanti dei raggi solari, proteggendo i capillari. E' quindi un buonissimo abbronzante della pelle e uno dei più efficaci doposole.
In caso di dolore è efficace immediatamente, è antisettico per foruncoli e brufoli.
In cosmesi è utilizzato per pelli secche e screpolate e in prodotti per capelli grassi e devitalizzati.
A differenza di altre piante l'Iperico non è adatto per usi culinari.
CENNI STORICI
Storicamente il suo nome deriva dal greco Hyper-eikon, ovvero pianta che cresce sulle vecchie statue.
Per i greci il suo nome significherebbe “al di sopra del mondo degli Inferi”.
Nota anche come erba Scaccia Diavoli per la sua capacità di cacciare gli spiriti maligni e i fantasmi: anticamente lo si appendeva sopra l'immagine sacra per allontanare i demoni del male. In molti paesi europei nella notte di S. Giovanni c’era l’usanza di danzare attorno al fuoco, cingendosi il capo con le sue fronde; una volta spenti i fuochi, le gettavano sui tetti delle case, per preservarle dai fulmini.
Si trova generalmente nei terreni abbandonati e asciutti fino a 1600 metri di altitudine.
Le parti che vengono usate sono le sommità fiorite; la pianta fiorisce dalla tarda primavera a tutta l'estate e la raccolta migliore (tempo balsamico) è intorno al 21 Giugno. Viene utilizzato fresco per uso esterno oppure essiccato all'ombra per usi interni.
L'Iperico è considerato il rimedio per eccellenza di tutte le lesioni della cute, delle ustioni ma anche di piaghe e ferite; cura gli stati di depressione, avendo azione rasserenante (gli effetti si manifestano dopo 2/3 settimane), utile contro il malumore, depressione, ansia e agitazione nervosa. E' bene comunque proteggersi dal sole, soprattutto se vengono assunte alte dosi di prodotto.
Viene usato come infuso e tintura per sedare la tosse; frizioni con olio di iperico sono utili contro la sciatica, artrite e reumatismi. I lavaggi con il decotto di Iperico servono contro le infiammazioni della pelle; inoltre, aggiunto all'acqua del bagno, ha un effetto tonificante e nutriente.
L'Iperico è un ottimo antivirale e alza le difese immunitarie; utili se si soffre di insonnia, allevia le nevralgie croniche ed è efficace contro la diarrea e nei crampi mestruali. Ha proprietà antisettiche, astringenti, cicatrizzanti, sedative, vermifughe e diuretiche.
Attenzione!!! Il sovraddosaggio è dannoso, potrebbe provocare fotosensibilizzazione, soprattutto per chi ha la carnagione chiara. E' controindicata in anziani ipertesi, con malattie cardiovascolari, in gravidanza e in concomitanza con l'assunzione di alcool, caffeina e determinati tipi di farmaci. Mi raccomando!!! Come per ogni disturbo, sempre meglio affidarsi al proprio medico di base.
L'olio di iperico viene applicato sulle piaghe provocate da ustioni: la cicatrizzazione avviene molto rapidamente. Contrasta inoltre gli effetti ustionanti dei raggi solari, proteggendo i capillari. E' quindi un buonissimo abbronzante della pelle e uno dei più efficaci doposole.
In caso di dolore è efficace immediatamente, è antisettico per foruncoli e brufoli.
In cosmesi è utilizzato per pelli secche e screpolate e in prodotti per capelli grassi e devitalizzati.
A differenza di altre piante l'Iperico non è adatto per usi culinari.
CENNI STORICI
Storicamente il suo nome deriva dal greco Hyper-eikon, ovvero pianta che cresce sulle vecchie statue.
Per i greci il suo nome significherebbe “al di sopra del mondo degli Inferi”.
Nota anche come erba Scaccia Diavoli per la sua capacità di cacciare gli spiriti maligni e i fantasmi: anticamente lo si appendeva sopra l'immagine sacra per allontanare i demoni del male. In molti paesi europei nella notte di S. Giovanni c’era l’usanza di danzare attorno al fuoco, cingendosi il capo con le sue fronde; una volta spenti i fuochi, le gettavano sui tetti delle case, per preservarle dai fulmini.
Lo studio dei Processi Cognitivi e la nostra mente.
Molto spesso ci chiediamo, ma cosa sono davvero l'intelligenza, l'attenzione, la conoscenza, il riconoscimento, l'abilità, la comprensione... Sono tutti quegli atti o processi cognitivi che mettono in contatto la nostra mente con il mondo esterno.
All'interno degli studi sui processi cognitivi si possono individuare soprattutto due diversi orientamenti e filoni di ricerca, Comportamentismo e Cognitivismo.
Il Funzionamento della nostra mente prende il nome di Associazionismo, da cui si sviluppò il comportamentismo grazie allo psicologo Jhon B. Watson, egli considerava l'individuo alla nascita privo di conoscenze, dotato cioè di una mente pressochè vuota, le cui strutture si sarebbero costruite nell'interazione con l'ambiente esterno.
Prendiamo come esempio la Percezione, essa è un processo attivo con il quale noi entriamo in contatto con il mondo esterno.
Spesso prevale la convinzione che tutto ciò che noi percepiamo sia una riproduzione semplice della realtà, secondo tale presupposto esiste quindi una realtà esterna, che viene percepita esattamente come è: ossia, vi è coincidenza tra realtà fidica e realtà percettiva. Tutto questo prende il nome di REALISMO INGENUO.
Consideriamo le illusioni percettive, come il cosidetto TRIANGOLO DI KANIZSA, noi vedendo gli angoli disegnati, tendiamo a percepire due triangoli sovrapposti, ma in realtà essi non esistono.
All'interno degli studi sui processi cognitivi si possono individuare soprattutto due diversi orientamenti e filoni di ricerca, Comportamentismo e Cognitivismo.
Il Funzionamento della nostra mente prende il nome di Associazionismo, da cui si sviluppò il comportamentismo grazie allo psicologo Jhon B. Watson, egli considerava l'individuo alla nascita privo di conoscenze, dotato cioè di una mente pressochè vuota, le cui strutture si sarebbero costruite nell'interazione con l'ambiente esterno.
Prendiamo come esempio la Percezione, essa è un processo attivo con il quale noi entriamo in contatto con il mondo esterno.
Spesso prevale la convinzione che tutto ciò che noi percepiamo sia una riproduzione semplice della realtà, secondo tale presupposto esiste quindi una realtà esterna, che viene percepita esattamente come è: ossia, vi è coincidenza tra realtà fidica e realtà percettiva. Tutto questo prende il nome di REALISMO INGENUO.
Consideriamo le illusioni percettive, come il cosidetto TRIANGOLO DI KANIZSA, noi vedendo gli angoli disegnati, tendiamo a percepire due triangoli sovrapposti, ma in realtà essi non esistono.
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Sunday, November 20, 2011
Nucleare: Clini rettifica, ma non troppo...
“Alreferendum di quest’anno sul nucleare non ho votato, perché ero in Cina perlavoro”. Ma se il 12 e 13 giugno scorsi fosse stato in Italia, probabilmente avrebbe barratola casella del sì.
“Ma a certe condizioni”, aveva puntualizzato l’altro giorno ilneo ministro dell’Ambiente Corrado Clini alla trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora”. Un tempestivo “secchio d’acqua” che però non era bastato aspegnere il fuoco di polemiche che ci ha messo un amen a divampare, gettandoombre sulle intenzioni del 64enne professore alla Bocconi, successore allapoltrona ministeriale che fu di Stefania Prestigiacomo. Ombre che ieri, in unadichiarazione rilasciata al quotidiano Il Piccolo, Clini ha tentato una voltadi più di allontanare, ribadendo che la sacralità dell’esito del referendum “vaassolutamente rispettata”.
Ma chi si attendeva una netta presa di distanza dall’ipotesidi approvvigionamento energetico fondato sull’atomo, è rimasto nuovamente deluso. In quanto, oltrea sottolineare che le urne hanno sì espresso la volontà di una nazione, ma nonhanno fatto scomparire una tecnologia “su cui sarebbe opportuno riflettere molto“, haaggiunto che non per questo l’Italia si sottrarrà da 'la possibilita' di parteciparealle linee di sviluppo del nucleare''.
Parole che hanno messo sullo sfondo ipassaggi più “rassicuranti” della sua intervista apparsa sulle colonne delgiornale friulano. Come quelli in cui dice che l’interessamento agli sviluppifuturi del nucleare, “non riguarda l'Italia come sede di impianti”. Troppopoco, a giudicare dalla reazione di alcune testate nazionali, che di recente,hanno riacceso i fari sugli ingenti costi di messa in sicurezza relativi aglistabilimenti nucleari di Latina, Garigliano e Casaccia.
Senza contare iperiodici richiami ai moniti del Protocollo di Kyoto che, è vero, c’impone di aumentaredel 20% la produzione di energia da fonti rinnovabili. Ma poi c’è la Comunitàeuropea: che di fatto, sconsiglia caldamente di farlo ricorrendo a centraliatomiche. A meno che non si decida procedere, rinunciando agli aiuti statali. Beneficioda cui il nucleare è escluso.
“Ma a certe condizioni”, aveva puntualizzato l’altro giorno ilneo ministro dell’Ambiente Corrado Clini alla trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora”. Un tempestivo “secchio d’acqua” che però non era bastato aspegnere il fuoco di polemiche che ci ha messo un amen a divampare, gettandoombre sulle intenzioni del 64enne professore alla Bocconi, successore allapoltrona ministeriale che fu di Stefania Prestigiacomo. Ombre che ieri, in unadichiarazione rilasciata al quotidiano Il Piccolo, Clini ha tentato una voltadi più di allontanare, ribadendo che la sacralità dell’esito del referendum “vaassolutamente rispettata”.
Ma chi si attendeva una netta presa di distanza dall’ipotesidi approvvigionamento energetico fondato sull’atomo, è rimasto nuovamente deluso. In quanto, oltrea sottolineare che le urne hanno sì espresso la volontà di una nazione, ma nonhanno fatto scomparire una tecnologia “su cui sarebbe opportuno riflettere molto“, haaggiunto che non per questo l’Italia si sottrarrà da 'la possibilita' di parteciparealle linee di sviluppo del nucleare''.
Parole che hanno messo sullo sfondo ipassaggi più “rassicuranti” della sua intervista apparsa sulle colonne delgiornale friulano. Come quelli in cui dice che l’interessamento agli sviluppifuturi del nucleare, “non riguarda l'Italia come sede di impianti”. Troppopoco, a giudicare dalla reazione di alcune testate nazionali, che di recente,hanno riacceso i fari sugli ingenti costi di messa in sicurezza relativi aglistabilimenti nucleari di Latina, Garigliano e Casaccia.
Senza contare iperiodici richiami ai moniti del Protocollo di Kyoto che, è vero, c’impone di aumentaredel 20% la produzione di energia da fonti rinnovabili. Ma poi c’è la Comunitàeuropea: che di fatto, sconsiglia caldamente di farlo ricorrendo a centraliatomiche. A meno che non si decida procedere, rinunciando agli aiuti statali. Beneficioda cui il nucleare è escluso.
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