Sunday, November 20, 2011

Nucleare: Clini rettifica, ma non troppo...


“Alreferendum di quest’anno sul nucleare non ho votato, perché ero in Cina perlavoro”. Ma se il 12 e 13 giugno scorsi fosse stato in Italia, probabilmente avrebbe barratola casella del sì.

“Ma a certe condizioni”, aveva puntualizzato l’altro giorno ilneo ministro dell’Ambiente Corrado Clini alla trasmissione radiofonica Un giorno da pecora”. Un tempestivo “secchio d’acqua” che però non era bastato aspegnere il fuoco di polemiche che ci ha messo un amen a divampare, gettandoombre sulle intenzioni del 64enne professore alla Bocconi, successore allapoltrona ministeriale che fu di Stefania Prestigiacomo. Ombre che ieri, in unadichiarazione rilasciata al quotidiano Il Piccolo, Clini ha tentato una voltadi più di allontanare, ribadendo che la sacralità dell’esito del referendum “vaassolutamente rispettata”.
Ma chi si attendeva una netta presa di distanza dall’ipotesidi approvvigionamento energetico fondato sull’atomo,  è rimasto nuovamente deluso. In quanto, oltrea sottolineare che le urne hanno sì espresso la volontà di una nazione, ma nonhanno fatto scomparire una tecnologia “su cui sarebbe opportuno riflettere molto“, haaggiunto che non per questo l’Italia si sottrarrà da 'la possibilita' di parteciparealle linee di sviluppo del nucleare''.
Parole che hanno messo sullo sfondo ipassaggi più “rassicuranti” della sua intervista apparsa sulle colonne delgiornale friulano. Come quelli in cui dice che l’interessamento agli sviluppifuturi del nucleare, “non riguarda l'Italia come sede di impianti”. Troppopoco, a giudicare dalla reazione di alcune testate nazionali, che di recente,hanno riacceso i fari sugli ingenti costi di messa in sicurezza relativi aglistabilimenti nucleari di Latina, Garigliano e Casaccia.
Senza contare iperiodici richiami ai moniti del Protocollo di Kyoto che, è vero, c’impone di aumentaredel 20% la produzione di energia da fonti rinnovabili. Ma poi c’è la Comunitàeuropea: che di fatto, sconsiglia caldamente di farlo ricorrendo a centraliatomiche. A meno che non si decida procedere, rinunciando agli aiuti statali. Beneficioda cui il nucleare è escluso.

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