L'uomo, un 39enne di origine marocchina, sposato con una donna di 35 anni, Rachida, e con due figlie di 11 e 4 anni, vive in Italia dal 1995, è assunto presso una impresa di pulizie ma, pur vivendo nel nostro Paese da un certo tempo, non ha mai voluto provare a integrarsi più di tanto all'ambiente circostante, decidendo quindi, per sè e per la propria famiglia, di condurre una vita piuttosto isolata, prima di amicizie ed interessi, al di fuori di casa e lavoro.
Ma questo atteggiamento di isolamento, a lungo andare, ha stancato ed esasperato la moglie, la quale da un pò di tempo aveva incominciato ad aprirsi all'ambiente e alla società attorno a lei ed in particolare a frequentare la parrocchia, non solamente per ricevere aiuti in termini di pasta, indumenti o altro, ma sopratutto evidentemente per fare amicizia, conoscere gente nuova e forse aprirsi ad un mondo..., forse anche ad una religione, che Rachida vedeva come un'ancora di salvezza da una vita coniugale chiusa, limitante, nonché costellata da botte e maltrattamenti da parte di un marito non proprio affettuoso, quanto piuttosto innervosito verso la propria moglie "desiderosa di indipendenza".
La donna in passato aveva non solo denunciato il marito per maltrattamenti (anche se poi aveva rinunciato la denuncia), ma era in procinto di separarsi, avendo già avviato, di nascosto da lui, le pratiche per la separazione.
Separazione che purtroppo è avvenuta, ma non nel senso desiderato da Rachida: separarsi per "tornare a vivere", ma una separazione dalla vita stessa, perchè il crudele marito, la sera del 19 novembre, ha deciso di dar sfogo alla propria rabbia e alla gelosia, prendendo un martello e sfondando il cranio della povera moglie.
Il macabro ed efferato delitto è avvenuto sotto gli occhi di una bambina di 4 anni, che stava guardando i cartoni animati; l'uomo stesso, dopo aver lasciato la moglie in un lago di sangue, sul pavimento della cucina, ha preso in braccio la figlia e si è andato a costituire.
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