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Thursday, December 15, 2011

Tumore all'ovaio: fattori di rischio e sintomi


Ogni anno almeno 4000 donne vengono colpite dal tumore alle ovaie; in Italia l'incidenza è di 18 casi ogni 100.000 abitanti.
Il cancro all'ovaio sorge quando si ha un aumento incontrollato delle cellule ovariche, spesso si tratta di quelle epiteliali (che rivestono l'ovaio), altre volte di quelle germinali (che producono gli ovuli.
Quali sono i fattori di rischio di questa forma tumorale?
- Anzitutto, l'eta: in genere, e nella stragrande maggioranze dei casi, l'insorgenza del tumore ovarico coincide con l'ingresso nella menopausa e in particolare parliamo dell'età compresa tra i 50 e i 69 anni;
- poi ci sono cause molto soggettive, quali il prolungamento del periodo di ovulazione, il ritardo della menopausa e l'assenza di gravidanza;
- fattori genetici: fino al 10% dei casi di tumore alle ovaie sono da attribuire ad alterazioni genetiche tramandate a livello generazionale; se vi sono mutazioni relative ai geni BRCA1 e BRCA2 può accadere - con un'incidenza maggiore che nel resto della popolazione - che in uno stesso ramo familiare - si verifichino casi di tumore all'ovaio e carcinoma alla mammella; in questi casi, in cui in famiglia ci sono donne con questi tipi di tumore, l'età di insorgenza si abbassa.

Purtroppo è una forma tumorale che inizia in modo asintomatico ed è difficile da diagnosticare precocemente, anche in presenza di sintomi, in quanto questi sono comunque abbastanza generici e riconducibili ad altre patologie e malesseri psico-fisici: dolore pelvico, gonfiore addominale, incontinenza e aumento della frequenza nell'andare in bagno, problemi di inappetenza e senso di sazietà anche a stomaco vuoto, senso di pesantezza, aerofagia sono tutti "campanelli" d'allarme cui dare ascolto quando essi diventano persistenti per giorni e giorni nell'arco di un mese e per troppi mesi.
In questi casi, in cui tutti i sintomi si presentano insieme e all'improvviso, è saggio sottoporsi ad una ecografia pelvica, che permetterà al medico di avere una prima ed importante indicazione diagnostica.
In base allo stadio del tumore, si interviene con un'operazione chirurgica per asportare la massa tumorale; segue la chemioterapia; sono in via di sperimentazione dei farmaci biologici.

Manchester. Medico confonde sintomi gravidanza con tumore ovarico


E' possibile che un medico faccia un errore tanto "grossolano", vale a dire diagnosticare una gravidanza di sei mesi al posto di un tumore?
Beh, è possibile (del resto, errare humanum est), a quanto pare perchè è capitato a Phoebe Quatre-Morgan, una ragazzina di 16 anni, di Bolton (vicino Manchester)che, diversi mesi fa, al ritorno da un periodo di vacanze, si era recata dal proprio medico per esporgli un malessere fisico caratterizzato da senso di gonfiore alla pancia, nausea e mancanza di appetito; il dottore aveva ipotizzato si trattasse di stipsi e le aveva somministrato una cura farmacologica appropriata per questo.
Ma il tempo passava e Phoebe non si sentiva affatto meglio, il gonfiore e tutti gli altri disagi non accennavano a passare, anzi peggioravano, così l'adolescente si è ripresentata dal medico di famiglia che ha dichiarato: "sei incinta di 6 mesi!".
Fatto sta che la ragazza riteneva l'evento della gravidanza assolutamente improbabile ed infatti l'ecografia le ha dato ragione: purtroppo, però, il senso di sollievo per la gravidanza inesistente ha lasciato il posto alla tristezza, in quanto quei sintomi erano il campanello d'allarme che dentro di lei si stava, da mesi, sviluppando qualcosa, e non certo un bimbo, bensì un tumore ovarico...!

Phoebe è stata sottoposta ad un primo intervento, cui hanno fatto seguito tre mesi di chemioterapia; la massa tumorale si era ripresentata, però, e la ragazza ha dovuto subire un'isterectomia (asportazione dell'utero); pare che attualmente la 17enne inglese stia meglio anche se si è infranto per lei, così giovane e certo carica di sogni e speranze, la possibilità di poter avere un giorno dei figli suoi.

Thursday, December 1, 2011

Napoli. Violenza di gruppo su 16enne

Davvero una terribile esperienza quella fatta da una ragazzina di 16 anni della provincia di Napoli, che si è trovata "tradita" nel modo più brutale dal proprio fidanzatino, del quale si fidava.
Qualche settimana fa, precisamente il 16 novembre, l'adolescente era uscita col fidanzato ma questi, invece di riaccompagnarla a casa, l'ha portata inaspettatamente in stazione e lì, ad aspettarli, c'erano tre amici di lui...
La ragazzina si è vista "consegnata" nelle mani del branco e violentata da tutti e quattro, a turno.
Erano le dieci di sera circa; la stazione della circumvesuviana di Castello di Cisterna non è proprio un luogo affollato, nè in generale nè tanto meno a quell'ora; quale momento e luogo "migliori" per realizzare il piano squallido?
I quattro ragazzi hanno quindi costretto la ragazza ad avere rapporti sessuali con ciascuno di loro, hanno ripreso la violenza con i cellulari, vantandosi di questo e, come se ciò non fosse abbastanza, hanno anche intimato alla ragazza di "tenersi pronta" per l'indomani, perchè sarebbe accaduta la stessa cosa...!
Ma fortunatamente, l'adolescente, sebbene sconvolta e spaventata, ha avuto la forza di raccontare ogni cosa alla famiglia, non appena tornata a casa; i genitori immediatamente l'hanno condotta dai Carabinieri ed è stata effettuata la denuncia contro il branco di delinquenti (aventi un'età tra i 14 e i 17 anni).
Come da essi stessi promesso, il giorno dopo i quattro son tornati a chiamare la vittima e, al rifiuto della giovane di andare con loro, hanno iniziato ad insultarla e a colpire la porta d'ingresso con i caschi.
I militari dell'Arma hanno raccolto tutte le informazioni necessarie sulla violenza e sul luogo in cui essa è avvenuta e hanno quindi trasmesso tutti gli elementi al Tribunale dei Minori, dove il Gip ha deciso che ci sono tutti gli estremi per i reati di tentata violenza privata e violenza sessuale di gruppo aggravata; i minorenni, tutti incensurati, sono attualmente nel Centro di Prima Accoglienza del Tribunale per i Minorenni che, pur non essendo strutture carcerarie, accolgono i minori in stato di fermo o di arresto, assicurandone la custodia cautelare, in attesa del'udienza di convalida.

Saturday, November 26, 2011

Rachida, vittima del fanatismo religioso

Ennesimo caso di fanatismo religioso e di rifiuto di integrarsi nel nuovo contesto sociale in cui si vive: a Brescello, una settimana fa, un uomo ha ammazzato, o meglio massacrato letteralmente, la propria moglie perchè lei non voleva più vivere come una musulmana, ma preferiva integrarsi nella società occidentale.
L'uomo, un 39enne di origine marocchina, sposato con una donna di 35 anni, Rachida, e con due figlie di 11 e 4 anni, vive in Italia dal 1995, è assunto presso una impresa di pulizie ma, pur vivendo nel nostro Paese da un certo tempo, non ha mai voluto provare a integrarsi più di tanto all'ambiente circostante, decidendo quindi, per sè e per la propria famiglia, di condurre una vita piuttosto isolata, prima di amicizie ed interessi, al di fuori di casa e lavoro.
Ma questo atteggiamento di isolamento, a lungo andare, ha stancato ed esasperato la moglie, la quale da un pò di tempo aveva incominciato ad aprirsi all'ambiente e alla società attorno a lei ed in particolare a frequentare la parrocchia, non solamente per ricevere aiuti in termini di pasta, indumenti o altro, ma sopratutto evidentemente per fare amicizia, conoscere gente nuova e forse aprirsi ad un mondo..., forse anche ad una religione, che Rachida vedeva come un'ancora di salvezza da una vita coniugale chiusa, limitante, nonché costellata da botte e maltrattamenti da parte di un marito non proprio affettuoso, quanto piuttosto innervosito verso la propria moglie "desiderosa di indipendenza".

La donna in passato aveva non solo denunciato il marito per maltrattamenti (anche se poi aveva rinunciato la denuncia), ma era in procinto di separarsi, avendo già avviato, di nascosto da lui, le pratiche per la separazione.
Separazione che purtroppo è avvenuta, ma non nel senso desiderato da Rachida: separarsi per "tornare a vivere", ma una separazione dalla vita stessa, perchè il crudele marito, la sera del 19 novembre, ha deciso di dar sfogo alla propria rabbia e alla gelosia, prendendo un martello e sfondando il cranio della povera moglie.
Il macabro ed efferato delitto è avvenuto sotto gli occhi di una bambina di 4 anni, che stava guardando i cartoni animati; l'uomo stesso, dopo aver lasciato la moglie in un lago di sangue, sul pavimento della cucina, ha preso in braccio la figlia e si è andato a costituire.