E' probabilmente una riflessione che spesso ci sarà capitato di fare, in svariate circostanze; inutile dire quanto sia vera questa riflessione, anche se generica.
Ma la nostra psiche, nella sua complessità, porta in sè una tale ricchezza di risorse da farci restare affascinati...!
Voglio raccontarvi una breve storia, che ha come protagonista un adolescente di circa 14 anni, che chiameremo Alessio.
Alessio è attualmente un ragazzo sano e sereno, ma da piccolo ha avuto qualche problema a livello psicomotorio; fino a tre anni, usava mani e braccia normalmente, senza alcun problema, ma da questa età in poi - fino appunto ai 14 anni - iniziò a manifestare inspiegabilmente disturbi psicomotori, infatti non riusciva ad utilizzare agevolmente la mano e il braccio destro né in casa né a scuola, pur non essendo affatto mancino.
Pur essendosi sottoposto a varie visite neurologiche e sedute di psicomotricità - nonché a corsi di nuoto per permettergli lo sviluppo normale di entrambi gli arti - Alessio per molti anni ebbe questa anomalia..., che però regredì spontaneamente proprio con l'arrivo della famosa "età di mezzo": l'adolescenza.
Cos'era accaduto ad Alessio?
Parlando con i genitori in modo più approfondito, è emerso un episodio dell'infanzia che aiuta a capire il perchè del "rifiuto" che inconsciamente Alessio provava verso il proprio braccio (e mano) destro.
Quando aveva tre anni, Alessio, da figlio unico, si "ritrovò tra i piedi" un'inattesa e poco gradita sorellina...
Spinto dalla gelosia, un giorno prese una forchetta e ferì la neonata alla testa...., ricavandone una forte sgridata dal papà.
Da quel momento è scattato qualcosa nella testolina del bimbo: la mia mano e il mio braccio sono "cattivi", perchè con essi stavo per far molto male a mia sorella, quindi meglio limitarne il funzionamento!
Insomma, l'inconscio di Alessio aveva reagito al trauma maturando uno schema corporeo (una rappresentazione mentale interna di sè, che ognuno di noi ha) in cui il braccio destro era "categorizzato" come pericoloso, minaccioso, quindi da usare il meno possibile.
Ma, come spesso accade, la natura ci viene in aiuto, e l'inizio di una nuova fase della vita, con le proprie complesse e palesi trasformazioni fisiche e psichiche, che l'adolescenza porta con sè, hanno consentito ad Alessio di dare a se stesso e al proprio braccio destro nuove opportunità e maturare il pensiero che in lui si stava formando un modo di essere diverso, in cui anche il braccio cattivo smetteva di essere pericoloso...
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