Ormai è storia che Silvio Berlusconi,mercoledì passato, si è dimesso da Presidente del Consiglio perlasciare il posto al nuovo governo guidato dal professore e senatoreMario Monti.
Un governo composto solo da tecnicispiegando così alla Nazione la sua scelta: «Agevolerà anzichéostacolare il radicamento, perché toglierà un motivo di imbarazzo».
Nonostante la poca credibilità dellanostra politica dimostratasi ampiamente incapace di gestire unasituazione così delicata come quella della crisieconomico-finanziaria, molte sono state le critiche al nuovoesecutivo.
Alcuni hanno giudicato questa sceltaantidemocratica perché un governo non eletto dal popolo ma sceltodalle istituzioni, è un attacco alla democrazia ma, è benespiegare, che le cose non sono esattamente così.
La Costituzione Italiana specifica che,nel momento che il Presidente del Consiglio (Silvio Berlusconi) sidimette, entra in gioco il Presidente della Repubblica (GiorgioNapolitano) che, avrebbe potuto sciogliere le Camere ed andare alleelezioni oppure nominare un nuovo Presidente del Consiglio che,insieme ai ministri da lui scelti, affrontasse la fiducia delleCamere. Così Giorgio Napolitano ha orientato la sua scelta su MarioMonti nominandolo senatore a vita e non creando il caos con nuoveelezioni.
Altre polemiche non sono mancate perquanto riguarda la durata di questo Governo ma, per ora, è certo che resterà in carica fino alla fine della legislaturacosì noi italiani avremo il tempo di salvare il nostro paese dallabancarotta ma anche di formare una nuova classe politica piùcredibile e meno “chiacchierata”.
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