Purtroppo c’è da segnalare che, nonostante una città in ginocchio (Genova) e sei morti, qualcuno ha trovato il modo di lucrarci sopra. Infatti uno dei simboli dell’orgoglio genovese nel dopo alluvione, cioè la maglietta “Non c’è fango che tenga”, dopo il grande successo dell’iniziativa, nata per raccogliere fondi, è stata taroccata. Nel weekend, nella zona expo, sono comparse alcune bancarelle (gestite da italiani) che vendevano la maglia a 10 euro, cioè l’offerta minima che era richiesta per la raccolta fondi. A cercare di guadagnare con questo business sembra sia stata una nota azienda, che ha provato pure a convincere l’ideatrice dell’iniziativa, Caterina Ansaldi, a produrre dei gadget. Ma la proposta è stata rifiutata e per evitare nuove speculazioni è stata fermata la vendita pubblica. Quindi la maglietta ora è in vendita sole nelle parrocchie o nelle sedi di associazioni, ma non in piazza. Ora però questi imprenditori che hanno provato a sfruttare il successo della T-shirt per guadagnare, rischiano una denuncia oltre che la figuraccia davanti a tutta la città.
Tutto questo non ha frenato però, per fortuna, la vendita per raccogliere davvero i fondi e il grande successo si stima possa arrivare addirittura a 39mila vendite.
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