Tuesday, December 13, 2011

Francesco Pinna: vittima di una "divina vendetta trasversale"?!


"Dio non manda certamente il male che non vuole. Dio non chiede sofferenze agli umani, ma si ribella e acconsente acché Satana ci metta alla prova". Queste le parole scritte su Pontifex in merito alla morte di Francesco Pinna.
Scorrendo per intero l'articolo non si riesce a capire se chi ha scritto sia nel pieno delle proprie facoltà intellettive. Si allude, anzi, si rende esplicita l'ipotesi che la morte del ragazzo, uno studente di 20 anni rimasto schiacciato dal crollo di un pilastro che ha fatto collassare il palco del concerto, sia dovuto al fatto che l'artista che vi si sarebbe dovuto esibire – Jovanotti, al secolo Lorenzo Cherubini – si sia reso complice dell'invito all'uso del profilattico fatta da Fiorello.
Allora, ricapitoliamo: la Rai proibisce l'uso della parola “profilattico” in tv; Fiorello durante l'ultima puntata del suo show scherza, provoca e ammicca invitandone però, seriamente, all'uso; Jovanotti, ospite del programma, partecipa all'ironia e lo chiama, come il mattatore siciliano lo ha ribattezzato, “salva-la-vita pischelli”; Dio vuole punire non Fiorello, ma Jovanotti; Dio per punire Jovanotti fa morire un ragazzo che lavorava occasionalmente per pagarsi gli studi all'università.
Manca un ultimo postulato, forse, per completare questa lucida sequenza di fatti: Dio in realtà si chiama Michael Corleone.
La stessa Pontifex aveva arringato altrettanto brillantemente in difesa dei preti pedofili, quando a suo tempo scoppiò lo scandalo. Si diceva che la passione per i bambini era un disturbo grave della personalità che nulla ha a che fare con l'intenzione volontaria dell'offendere deliberatamente Dio. Invece Jovanotti, che viene definito “menestrello del vietato vietare”, ha inteso proprio recare offesa all'Altissimo pubblicizzando un prodotto che impedisce il naturale concepimento della progenie, oltre che – ma sarà di certo un effetto collaterale – prevenire l'insorgenza di malattie veneree o di contrarre il virus dell'Hiv.
Di certo, chi scrive di queste cose si bea del fare i conti sulle coscienze altrui, ma ignora la propria, oppure ha una diversa concezione di coscienza. Accusare Dio della morte di una persona, morte che può essere benissimo dovuta a tragica fatalità o prevedibile errore umano, non equivale forse ad una bestemmia? E a salire su di un pulpito – benché virtuale – e arringare contro la gente in questo modo non si incorre nel vizio capitale della superbia?
La Chiesa che deve prendere provvedimenti seri per arginare un fiume in piena di ateismo e agnosticismo non può permettersi di avere alfieri della fede così scadenti. Farebbero bene, agli alti vertici – senza tirare in ballo nostro Signore – fare un serio esame di coscienza. Qui si parla della morte di un ragazzo, non di una divina fatalità.

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