Wednesday, December 14, 2011

I pregiudizi verso chi soffre di malattie mentali

Capita molto spesso che la gente abbia forti pregiudizi nei confronti di determinate categorie di persone, come ad esempio i malati di mente, in particolare gli schizofrenici, spesso giudicati pericolosi.
Secondo l'OMS, i disturbi mentali sono ai primi posti come carico di sofferenza e di disabilità per la popolazione; in Italia, poco meno del 10% della popolazione soffre di uno dei disturbi mentali più diffusi (depressione e ansia).
Altri sintomi conosciuti dai più riguardano il comportamento alimentare o la dipendenza (da droghe, gioco d'azzardo...); vi sono poi i sintomi più difficili da capire, detti psicotici, tra i quali ci sono quelli strani ed evidenti ( allucinazioni, manie di persecuzione...) e quelli caratterizzati dalla tendenza all'isolamento e alla chiusura ai rapporti interpersonali.
Ovviamente, non è sufficiente che ci siano questi sintomi per dire che una persona ha un disturbo psichiatrico, perchè i sintomi devono manifestarsi per un certo tempo e essere associati tra loro.
Quando si parla di malattie mentali, ci si riferisce a un gruppo di disturbi mentali noti come sindromi schizofreniche, in cui sono presenti appunto i sintomi psicotici, in modo persistente nel tempo.
Le reazioni di diffidenza e paura sono umanamente comprensibili, ma in realtà gli studi in materia dimostrano che un intervento precoce può aiutare la persona ammalata a riprendere una vita (quasi) normale; i deliri e le allucinazioni possono essere "controllati" dai trattamenti farmacologici; attraverso interventi riabilitativi, la persona può essere aiutata a non isolarsi, ma a definire obiettivi realistici di vita; la famiglia è un alleato importantissimo e così pure le cooperative sociali, per mettere chi soffre di schizofrenia in condizione di reinserirsi gradualmente nella società.
Chi soffre di schizofrenia è pericoloso?
Il punto è che, nonostante gli schizofrenici spesso siano per lo più depressi e quindi miti, può accadere essi diventino violenti, cosa però meno frequente di quanto si pensi; ecco perchè qui subentra la tempestività e la serietà di interventi mirati e competenti, che seguano il soggetto malato in modo che non commetta azioni lesive nè nei confronti degli altri nè, cosa molto frequente, verso se stesso, attraverso il suicidio in particolare.

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