Friday, December 9, 2011

Il "benessere" del vivere con l'acqua alla gola


Siamo davvero un paese di benestanti? A sentire il cavalier Silvio Berlusconi parrebbe di sì. L'ex Presidente del Consiglio non è nuovo a queste esternazioni più ottimistiche che reali, basti ricordare quello che dichiarò poco prima di dimettersi ( “...i ristoranti sono sempre pieni...” ). Ma quanto tutto ciò corrisponde alla realtà dei fatti?
Per prima cosa uno dovrebbe domandarsi quali tipi di ristoranti il suddetto B. frequenti, e non credo che si sia mai recato alle trattorie dietro l'angolo. Se basta tener conto solo dei ristoranti frequentati da quel 10% della popolazione che detiene tutta la ricchezza italiana per farsi un parere preciso... beh, basta poco per confutare tale statistica, se di statistica si può parlare. Basta dire che la popolazione presa in considerazione non è stata estratta con metodo random, la cui cosa basta a falsarne il risultato. Strano che proprio lui che è il re della pubblicità non ci abbia fatto caso. O bisogna forse malignare e pensare che questa dichiarazione mendace era voluta?
Allora non ci si spiega come mai, se davvero l'economia del paese è in salute, l'Italia conta il più alto tasso di disoccupazione giovanile – giovani costretti dopo laureati o a emigrare o a rassegnarsi al lavoro alienante e svilente del call center, che non garantisce comunque uno stipendio che permetta di avere la prospettiva di metter su famiglia.
Non ci si spiega più neanche com'è che fioccano gli istituti di credito, che sbucano come funghi e fanno apparire in ogni dove volantini che promettono i piccoli prestiti necessari per affrontare spese che uno stipendio equo consentirebbe.
Non ci si spiega neanche come mai aumentano le pubblicità delle lotterie, dei casinò on line, di tutte quelle cose che promettono di fare la fortuna dal niente, con un piccolo obolo. Si sfrutta anche la speranza, di questa gente. Perché i contratti capestri dei call center ti impediscono persino di avere il tempo di cercarti alternative. E allora l'unica cosa è giocare e sperare nella buona sorte, che ti cambi la vita o, semplicemente, ti permetta di rifiatare semplicemente.
Gli italiani non si meritano questo, così come non meritavano, tempo addietro, di esser definiti bamboccioni dall'ormai ex ministro Renato Brunetta. E' una situazione tragicomica che ricorda parecchio una scena molto amara del film “Scugnizzi”, nella quale un mendicante chiede l'elemosina a un avventore del ristorante, il quale proprio in quel momento stava uscendo. Alla domanda: “Datemi qualcosa di soldi, ho fame...” l'avventore rispondeva, carezzandosi il ventre opulento: “Beato te, io sto scoppiando!”

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