Si tratta dei famosi bond, strumenti già presenti in molte tasche degli italiani, e che gli istituti di credito, in periodi difficili come questo, offrono ai clienti per ottenere liquidità.
Però bisogna sapere che esistono tanti tipi di bond, tutti per definizione più rischiosi dei titoli di Stato.
Alcuni sono complicati come le obbligazioni strutturate il cui rendimento è legato a variabili come l'inflazione o come alcuni titoli azionari, e sono troppo per chi non è esperto di finanza.
Meglio i plain vanilla che indicano le versioni base di uno strumento finanziario.
Fra questi gli zero-coupon bonds che non prevedono il pagamento di cedole trimestrali o semestrali, quindi non liquidano gli interessi maturati via via, ma li versano alla scadenza, insieme al capitale investito.
E' importante, però, guardare bene i costi implicati indicati nei contratti, ricordate che incide molto la spesa di distribuzione.
E fate attenzione perchè tutte queste commissioni, sommate tra loro, possono arrivare anche al 15 per cento.
Se comprate un prodotto a 100 in realtà ne vale 85.
Quindi mettete a confronto i bond con i titoli di Stato, per essere vantaggiosi, devono fruttare almeno più di un Btp.
E non sempre avviene, soprattutto dopo che questa crisi ha fatto lievitare i tassi dei Buoni del Tesoro.
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